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Il tribunale di Venezia riscrive la pratica Superbonus 110%

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Superbonus 110% e paralisi delle cessioni dei crediti alle banche: il Tribunale di Venezia, con ordinanza comunicata il 10 gennaio 2023, ha rigettato la richiesta cautelare del cliente che si era visto bloccato l’iter per la cessione del credito relativo al superbonus 110%, pur avendo dato incarico alle ditte edili per l’esecuzione dei lavori agevolati.

Come noto, dopo i primi mesi del 2022, molte banche hanno sospeso l’iter relativo alle pratiche per la cessione del credito del superbonus 110% per esaurimento dei relativi plafond. Ciò, in alcuni casi, ha messo in difficoltà i clienti, che avevano magari programmato o addirittura dato incarico per i lavori di ristrutturazione confidando nella cessione del credito di imposta.

Il testo del provvedimento integrale è consultabile nel blog dell’avv. prof. Marco Ticozzi di Mestre Venezia.

Come precisa il legale della banca avv. prof. Marco Ticozzi “il Tribunale di Venezia ha ritenuto che l’inizio dell’iter volto alla valutazione della pratica, con affidamento dei documenti al consulente esterno incaricato, non imponesse la conclusione della cessione del credito. Tutte le attività precedenti alla sottoscrizione del contratto di cessione, infatti, sono attività riguardanti la fase della trattativa”.

In questo senso, si legge nell’ordinanza che “L’operazione di cessione si perfeziona: […] nel caso in cui gli interventi non siano stati ancora eseguiti “subordinatamente al rilascio di Attestazione da parte del consulente di gradimento della Banca” e “sottoscrivendo un contratto di cessione del credito d’imposta sorto”. Per tale ragione il Tribunale di Venezia ritiene che “non è dunque ravvisabile una previsione legale o pattizia che stabilisca l’obbligo [della Banca] di accettare necessariamente la cessione del credito fiscale”.

Come indica l’avv. prof. Marco Ticozzi legale della banca “la decisione è importante perché esclude anche che vi possa essere una responsabilità precontrattuale della banca nel blocco delle procedure di cessione del credito per il Superbonus 110%. Questo perché la decisione conferma che i clienti erano avvisati e consapevoli del fatto che l’avvio della procedura non impegnava la banca e che, dopo una certa epoca, era possibile un tale blocco”.

In questo senso, anzitutto, il Tribunale di Venezia sottolinea il fatto che il consulente incaricato dell’esame dei documenti da tempo aveva pubblicato avvisi “ove si evidenziava: “l’elevato numero di richieste pervenute non permette l’inizio della verifica della documentazione caricata prima di 30 giorni”, ed anche “né l’inserimento della richiesta di analisi documentale tramite apertura di un pratica nella piattaforma, né l’avvio della verifica documentale, né il ricevimento delle attestazioni da parte [del consulente incaricato] comportano, nemmeno in via implicita, la successiva accettazione dei crediti da parte [della Banca]”. Inoltre, sempre in relazione al fatto che la banca non avesse ingenerato un affidamento nel cliente, il provvedimento indica che il rischio di blocco della cessione del credito per il Superbonus 110% era noto: “il suddetto rischio era noto da tempo perché pubblicizzato sin dall’aprile 2022 dalla stampa nazionale […] ove si rappresentava l’imminente esaurimento per gli istituti di credito […] della capacità di assorbire le richieste di cessione presentate a fronte del raggiungimento della massima capacità fiscale possibile”.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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