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Trump incriminato per 34 capi. L'udienza il 4 dicembre

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Alla base delle accuse i soldi versati a Stormy Daniels ma intanto spuntano altri pagamenti illegali dell'ex presidente

"Non possiamo normalizzare e non normalizzeremo gravi condotte criminali". Lo ha detto il procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, difendendo la sua decisione di incriminare Donald Trump per 34 capi di imputazione per aver falsificato i registri societari "con l'intento di frodare e nascondere un altro crimine".

Tutte le accuse contro Trump sono infatti per la falsificazione dei documenti, e l'ex presidente non è stato accusato per complotto. E nella dichiarazione allegata all'incriminazione si afferma che la falsificazione è stata fatta "per nascondere una condotta criminale per nascondere informazioni al pubblico durante le elezioni presidenziali del 2016".

Infatti, sempre nella dichiarazione, si denuncia quello che viene definito uno "schema" per sopprimere le notizie e scoop negativi per Trump e la sua campagna elettorale.

"Questo schema era illegale - ha detto Bragg parlando ai giornalisti - ha violato la legge di New York, cosa che lo rende un crimine per complottare al fine di promuovere una candidatura con mezzi illegali".

Bragg ha poi ricordato che Trump invece di dichiarare che i pagamenti all'allora suo avvocato Michael Cohen erano per i soldi versati a Stormy Daniels ha sostenuto che erano "fittizi servizi legali".

"Non importa chi sei - ha concluso Bragg riferendosi al fatto che Trump è un ex presidente degli Stati Uniti - non possiamo normalizzare gravi condotte criminali".

E' fissata per il 4 dicembre la prossima udienza del processo a Donald Trump per il caso collegato a Stormy Daniels. L'udienza coinciderà quindi con il momento clou della campagna elettorale delle primarie repubblicane che partiranno all'inizio del 2024.

L'ufficio del procuratore di Manhattan ha inserito nell'accusa contro Donald Trump presentata oggi non solo la vicenda di Stormy Daniels, ma anche quella di Karen McDougal, ex modella di Playboy che dice di aver avuto una relazione extraconiugale con l'ex presidente. Nei documenti in effetti non si fa il suo nome ma si parla di "woman 1", donna 1, che "è stata pagata 150mila dollari per non parlare della presunta relazione sessuale" da American Media Inc, società che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer, che poi fede "false dichiarazioni" riguardo questi pagamenti nei suoi registri.

Nell'atto d'accusa contro Donald Trump spunta anche il pagamento al "portiere della Trump Tower che stava cercando, tra l'ottobre e il novembre del 2015, di vendere informazioni riguardo ad un presunto figlio illegittimo dell'imputato". Il 'doorman' è stato pagato 30mila dollari sempre dalla American Media Inc, che possiede il tabloid scandalistico National Enquirer.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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