Il digitale non è rinunciabile, ma va governato
Il ministro Valditara: 'La rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili'
“La rete non può né deve spazzare via la carta e la penna perché lettura su carta e scrittura a mano sono insostituibili. L’apprendimento attraverso i libri non è rimuovibile dal sistema dell’istruzione”. A dirlo è il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, in un video messaggio nel corso del convegno 'Scuola digitale: il valore imprescindibile di carta e penna', organizzato dalla Fondazione Luigi Einaudi, che si è svolto oggi nella Sala Zuccari del Senato.
“La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi - ha sottolineato il ministro - sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona. Il digitale non è rinunciabile, ma va governato. Alla logica dell’aut-aut preferisco la logica dell’et-et: valorizzare al massimo entrambe le opportunità”.
"Le grandi innovazioni tecnologiche, perfino dei radicali cambiamenti di paradigma della comunicazione non è storia di rotture istantanee, improvvise, ma è storia di processi evolutivi - ha aggiunto Valditara - E' necessario valorizzare le specificità virtuose di entrambe, carta e digitale. L'apprendimento dal libro è un'esperienza totale non rimuovibile da un sistema di istruzione moderno ne dall'avventura umana in generale - ha continuato Valditara - tuttavia il digitale, come anche l'intelligenza artificiale, sono importanti, sono modernità e vanno governati: non si può rinunciare ad un contributo arricchente, ad un importante scoperta modi modernità". "La conoscenza, soprattutto nei primi anni di vita, passa attraverso la sollecitazione di tutti e cinque i sensi - ha sottolineato il ministro - sollecitare solo la vista, come avviene con il digitale, impedirebbe lo sviluppo armonico e completo della persona".
Al convegno hanno partecipato Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research che ha presentato un sondaggio sul tema, Maria Teresa Morasso, grafologa, Massimo Ammaniti, psicoanalista, Sergio Russo, insegnante, Massimo Donà, filosofo, Martina Colasante, public policy manager di Google.
Durante l’incontro il Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, ha presentato il paper “Il valore imprescindibile di carta e penna”, promosso dalla fondazione, che dà conto delle principali ricerche internazionali sull’argomento, da cui emerge un dato incontrovertibile: eliminare carta e penna dal sistema scolastico danneggerebbe le capacità cognitive dei giovani.
“Cuore del pensiero einaudiano è la centralità della persona: la politica deve limitarsi a creare le condizioni affinché ciascuna persona possa sviluppare al massimo le proprie potenzialità”, ha detto Cangini. “Far sparire carta e penna dall’orizzonte umano, e soprattutto dal perimetro dell’Istruzione, significherebbe comprimere le potenzialità dell’individuo. La nostra ricerca – sottolinea – dimostra inequivocabilmente che la scrittura a mano e la lettura su carta stimolano il cervello e mettono in moto meccanismi neurologici che gli strumenti digitali non sollecitano: farne a meno significherebbe arrecare un danno irreparabile a ciascun singolo individuo, e dunque alla società nel suo complesso”, ha concluso.
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