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Se gli eroi si chiamano Roberto Vannacci e Ilaria Salis

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In vista delle elezioni europee il centrodestra vede nel generale un acchiappavoti mentre il centrosinistra guarda all'attivista detenuta in Ungheria

Altro che Bertold Brecht. Abbiamo necessità di eroi, c’è poco da fare. Soprattutto quando si va alla ricerca di consensi. Elettorali. Altro che la definizione del drammaturgo tedesco lanciata nella ‘Vita di Galileo’ con “Sventurato quel popolo che ha bisogno di eroi”.

Con la tornata europea alle porte i due schieramenti maggiori, centrodestra e centrosinistra, si contendono testimonial della società per convincere della bontà dei propri programmi e scollare dalle sedie di casa gli elettori. 

Così il centrosinistra prova a coinvolgere Ilaria Salis, detenuta da oltre 1 anno in Ungheria con l’accusa di aggressione verso due simpatizzanti nazisti, e il centrodestra corteggia il generale Roberto Vannacci, autore del controverso best seller ‘Il mondo al contrario’. Ecco, istintivamente, m’è venuta in soccorso l’espressione brechtiana pensando a quell’Europa che ho sognato a scuola guardando dal litorale di Latina direzione Ventotene. Un'Europa oggi dilaniata da una guerra feroce, sempre sul punto di allargarsi fino a scorgere spettri che credevamo fissati solo sui libri di storia. 

La Salis è salita all’onore delle cronache perché è in carcere a Budapest, trascinata in tribunale con i ceppi, accusata per lesioni a due uomini che festeggiavano il Giorno dell’onore, ricorrenza magiara che richiama da tutta Europa simpatizzanti del Nazismo. L’insegnante di Monza è un’attivista di sinistra che probabilmente usa i ragionamenti al pari delle mani nel dibattito politico, così la segreteria del Pd Elly Schlein ci ha riflettuto su e con un colpo di genio avrebbe voluto avere in lista la donna che ha colpito molti italiani per la lunghezza e lo stato di detenzione. Ma il papà di Ilaria ha declinato la proposta. No, grazie.

E chi tentenna se candidare Roberto Vannacci nella lista della Lega è il ministro Matteo Salvini, non proprio convinto di alcune affermazioni che hanno reso famoso il generale-scrittore, contrariato dalle rivendicazioni omosessuali e da quelle delle minoranze tout court.

Probabilmente, Ilaria Salis è una pasionaria di cui magari potremo condividere i contenuti utili a smuovere le coscienze ma non i toni e i modi, mentre per il generale Vannacci siamo pronti a spellarci le mani leggendo un cv in cui la difesa (generica) del suolo patrio risulta essere la sua mission.

Insomma, il centrosinistra e il centrodestra ricadono nei loro eterni marchi di fabbrica. Il centrosinistra per risalire lo share guarda agli uomini-simbolo vittime delle disgrazie della vita (vedi Ilaria Cucchi, sorella di Pietro, o Antonio Boccuzzi, l’operaio unico superstite nel gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssenkrupp di Torino nel 2007) mentre il centrodestra punta l’uomo-forte, il superuomo che già Nietzsche riteneva fragile.

Ecco, i due probabilmente sono noti ai più per i loro ambiti, ma la politica è altro. La politica è innanzitutto mediazione, comprensione dell’altro, compromesso e dialogo continuo, non scontro manicheo, è un confronto senza arrivare allo scontro fisico e a quello bellico. La politica, inutile girarci attorno, appartiene a quella zona grigia che spesso mastichiamo tra i denti, è la sintesi che si contrappone tra la tesi e l’antitesi. Quella sintesi che, spesso, è il risultato per una convivenza pacifica.

4 Aprile
Autore
Gian Luca Campagna

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