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Vinitaly chiude con record e qualche critica

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Sono state contate 97mila presenze e grande interesse alla fiera del vino. Legacoop richiama agli investimenti

La 56a edizione di Vinitaly, la fiera internazionale del vino italiano, chiude oggi con un bilancio più che positivo archiviando 97mila presenze. In leggero incremento gli operatori esteri da 140 paesi a quota 30.070 (31% sul totale), di cui 1200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 nazioni selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere in collaborazione con Ice Agenzia. Sul fronte delle presenze estere a Vinitaly 2024, gli Stati Uniti si confermano in pole position con un contingente di 3.700 operatori presenti in fiera (+8% sul 2023). A seguire Germania, Uk, Cina e Canada (+6%). In aumento anche i buyer giapponesi (+15%).

Si chiudono i cancelli della fiera e già si guarda alla promozione del vino sui mercati esteri con un'agenda fitta di appuntamenti. Il primo è Wine to Asia (Shenzen 9-11 maggio 2024). Dopo l'estate Vinitaly China Roadshow, Shanghai, Xian, Guangzhou (2-6 settembre 2024); Wine South America a Bento Gonçalves (Rs) Brasile (3-5 settembre 2024). Novità di quest'anno Vinitaly Usa (Chicago 20-21 ottobre 2024) e a seguire Vinitaly Wine Vision (Belgrado 22-24 novembre 2024).

Il costo del denaro e la necessità di abbassare i tassi di interesse è stato l’argomento che ha tenuto banco presso lo stand di Legacoop Agroalimentare e Coop Italia a Vinitaly. "La riflessione sui tassi di interesse è maturata grazie ad un giro tra gli stand delle cantine cooperative di Legacoop Agroalimentare. Dal confronto sono emerse le difficoltà del vino sui mercati con il momento di stasi e di riflessione del settore. E questo fa vedere all’orizzonte il rischio che le imprese si fermino con i progetti di investimento e di promozione che hanno. E su questo incidono anche i tassi di interesse che rimangono comunque alti anche se siamo già a metà aprile. Non c’è certezza di tagli quarto di punto, mezzo punto per il 2024". Lo ha sottolineato il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti.

In questi mesi, continua Maretti, "è inoltre evidente quanto stiano incidendo negativamente sui margini dei bilanci delle nostre associate gli aumenti dei tassi di interesse deliberati della Bce, in risposta all’aumento del tasso di inflazione. Hanno impattato fortemente specie per il fatto che i piani di investimento erano stati presentati dalle imprese attraverso filiere, Pnrr, Psr, in tempi in cui il costo del denaro era notevolmente più basso".

Quindi, evidenzia il presidente di Legacoop Agroalimentare, "se da una parte bisogna tentare di accelerare i tempi per l'erogazione dei contributi pubblici, dall’altra c’è la speranza che si possa avviare al più presto una nuova stagione di progressiva riduzione dei tassi. È quanto mai indispensabile e urgente poter addivenire al più presto in sede europea ad un nuovo temporary framework che consenta di poter avviare una nuova fase di contrattazione dell’indebitamento bancario".

17 Aprile
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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