Zelensky, da comico a presidente a combattente
Nel video dell'invasione russa smette la giacca e in t-shirt mostra muscoli e patriottismo
Per il video registrato la notte scorsa nel Palazzo del governo di Kiev in cui erano già entrati i primi sabotatori russi, ha smesso la giacca e la cravatta ed ha indossato la maglietta mimetica. Così Volodymyr Zelensky, l'attore diventato presidente dell'Ucraina nel 2019 dopo averne vestito i panni in una popolare serie tv, si è completamente calato in uno nuovo, inaspettato, ruolo, quello di presidente combattente, pronto a guidare la difesa a tutti i costi dell'Ucraina "lasciata sola davanti all'armata russa".
"Voi siete indomabili, siete ucraini", ha detto per esortare i concittadini alla resistenza dopo l'attacco di ieri mattina all'alba, che ha catapultato l'Ucraina al centro della più violenta guerra in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e il 44enne presidente in un duello alla Davide e Golia con Vladimir Putin che, ha detto "ha iniziato una guerra contro l'Ucraina e contro l'intero mondo democratico". Anche se oggi, in un nuovo videomessaggio, Zelensky è tornato a chiedere al presidente russo di negoziare: "Voglio fare appello ancora una volta al presidente della Federazione russa perché si sieda al tavolo del negoziato e fermi la morte delle persone".
Secondo alcuni analisti ucraini, come Maria Zolkina, della Democratic Initiatives Foundation, il passato da attore sta aiutando ancora una volta Zelensky: "lui non ha scelto di combattere, non è un presidente di guerra - ha spiegato al New York Times - ma da quando è diventato chiaro che l'attacco sarebbe avvenuto ha iniziato a recitare esattamente come deve recitare un presidente di guerra".
D'altra parte la commistione tra 'realtà e finzione' è stata alla base della carriera politica di Zelensky: diventato famoso interpretando il ruolo del professore di storia Vasiliy Goloborodko, che diventa presidente dopo che un suo video di condanna della corruzione è diventato virale, ha poi scelto il titolo della serie, "Servitore del popolo", per il partito con cui poi si è veramente candidato con un programma di lotta alla corruzione.
E, tragica ironia della sorte, promettendo una pace pragmatica per le regioni dell'est controllate dai filorussi dal 2014, presentando una visione dell'Ucraina che sarebbe stata né "il partner corrotto dell'Occidente" né "la sorella minore della Russia".
Un programma che, insieme alla sua grande popolarità televisiva, permise al giovane populista di vincere a valanga con il 73% dei favori, la maggior parte dei quali registrati nelle zone meridionali ed orientali del Paese, anche grazie ai voti di tanti attratti da un candidato alla presidenza che parlava russo come prima lingua.
Una volta al potere, Zelensky ha scelto come più stretti consiglieri diversi suoi amici e colleghi del Kvartal 95, la casa di produzione televisiva creata nel 2003 dall'attore nato da una famiglia ebrea di Kryvyi Rih, città nel centro del Paese, e che aveva messo nel cassetto una laurea di legge per tentare la carriera televisiva partecipando ad un reality show alla televisione russa. La sua società televisiva produceva show per il canale 1+1 del controverso miliardario, Ihor Kolomoisky, che poi ha sostenuto la sua ascesa politica e che ha tramesso dal 2015 la serie Servitore del popolo.
Non è la prima volta che Zelensky si trova al centro dell'attenzione internazionale, anche se con una trama certamente meno drammatica e tragica per il popolo ucraino. Il presidente ucraino è stato infatti uno dei principali protagonisti del Kievgate, lo scandalo che nel 2019 portò al primo processo di impeachment di Donald Trump accusato di aver fatto pressioni indebite sul presidente ucraino, sospendendo anche le forniture e gli aiuti militari essenziali per la difesa dell'Ucraina, affinché avviasse un'indagine per corruzione a carico di Hunter Biden, dirigente della società energetica Burisma.
Un'indagine che, nelle intenzioni dell'ex presidente, avrebbe dovuto toccare e danneggiare Biden padre, allora già in pista per la sfida elettorale poi vinta nel 2020, che ora dalla Casa Bianca è il principale paladino e difensore di Zelensky.
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