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Oggi 17 febbraio è la Festa del gatto

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Da semplice pet a membro della famiglia a “suon di fusa”

C’è chi dice che i gatti siano animali indipendenti, distaccati, persino opportunisti. E poi ci sono gli italiani, che di questa libertà felina si sono innamorati al punto da considerare il proprio micio un vero e proprio membro della famiglia. Un rapporto che non si limita alla semplice convivenza, ma si trasforma in un legame profondo e insostituibile, soprattutto il 17 febbraio, Giornata nazionale del gatto.

Perché il 17 febbraio è la Giornata Nazionale del Gatto in Italia?

Il gatto non è un animale da tenere sottochiave: è un compagno di vita che conserva la sua indipendenza, pur restando profondamente legato alla famiglia che lo accoglie. Non è un caso, dunque, che il mese di febbraio sia stato scelto per celebrare questi affascinanti animali. La decisione, presa nel 1990 su iniziativa della giornalista Claudia Angeletti, è il frutto di un sondaggio tra i lettori della rivista “Tuttogatto”, che decretarono il 17 febbraio come giorno simbolico.

Una data non casuale: febbraio è il mese dell’Acquario, segno zodiacale associato alla libertà e all’anticonformismo, tratti tipici del carattere felino. Inoltre, il 17 porta con sé una valenza simbolica: tradizionalmente ritenuto un numero sfortunato in Italia, proprio come lo erano i gatti nei secoli passati, il numero si trasforma in un simbolo di rinascita e resilienza, proprio come il micio che, secondo la leggenda, ha sette vite.

La celebrazione della Giornata nazionale del gatto non si limita a una semplice ricorrenza simbolica, ma diventa un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’adozione responsabile e sul rispetto degli animali. Ogni anno, in molte città italiane vengono organizzate iniziative artistiche, culturali e di solidarietà per supportare i mici meno fortunati e promuovere una cultura del rispetto nei loro confronti. Un modo per ricordare che, al di là delle statistiche e delle tradizioni, il vero valore del rapporto tra gli italiani e i loro gatti risiede nell’affetto incondizionato che lega questi due mondi così diversi, eppure così perfettamente in sintonia.

Il valore terapeutico delle fusa

Secondo il Global Pet Parent Study di Mars, per il 20% dei proprietari il proprio gatto è la cosa più importante nella loro vita. Un dato che sorprende solo chi non ha mai sperimentato la compagnia di un felino: il 43% degli italiani ritiene che il micio ‘completi la famiglia‘, mentre il 44% lo considera un vero alleato contro lo stress. Non è solo questione di affetto, ma di benessere: il 39% degli intervistati riconosce il valore terapeutico delle fusa e delle interazioni quotidiane con il proprio gatto.

Gli italiani, d’altra parte, sono notoriamente amanti dei gatti e lo dimostrano anche nella scelta dei nomi per i loro amici felini. Se da una parte non mancano le influenze esotiche o di tendenza, dall’altra resistono i grandi classici: Micio, Felix e Briciola dominano ancora le classifiche dei nomi più diffusi, segno che la tradizione felina italiana è ben radicata. Questa forte connessione si riflette anche nel modo in cui i gatti vengono accolti nelle case: il 65% dei proprietari ha adottato il proprio micio in maniera spontanea, senza una programmazione precisa, e il 70% dei gatti arriva nelle famiglie attraverso canali informali come amici, parenti o l’adozione di randagi. Questo dato racconta molto del legame speciale tra italiani e gatti: non un acquisto ponderato, ma un incontro del destino, un’affinità immediata che spesso si traduce in un amore a prima vista.

Un’adozione spontanea che racconta un’Italia felina

Se in altri Paesi l’acquisto di gatti di razza è la norma, in Italia il cuore batte per i meticci. Solo il 18% dei proprietari ha scelto un gatto di razza, mentre la stragrande maggioranza ha aperto la propria casa a mici senza pedigree, trovati per strada o adottati da conoscenti. Tra le razze più diffuse nel nostro Paese, il Certosino si guadagna il primo posto con il 17%, seguito dal Persiano (15%), dall’Europeo (11%) e dal Siamese (9%). Ma al di là delle statistiche, il dato più interessante è la modalità di adozione: nella maggior parte dei casi non si tratta di una scelta pianificata, ma di un incontro inaspettato, un gesto d’amore spontaneo che finisce per cambiare la vita di entrambi, umano e felino.

Questa inclinazione naturale verso l’adozione si lega anche alla lunga tradizione italiana di rispetto e tutela dei gatti randagi. Sono numerose le colonie feline presenti in città come Roma, Firenze e Venezia, dove i mici vivono liberi ma protetti da cittadini e associazioni che se ne prendono cura.

 

17 Febbraio
Autore
Chiara Dicoben

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