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Lucca eroe solitario ma con il senso della responsabilità

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Lorenzo Lucca è un eroe solitario ma non tragico, si carica la squadra sulle spalle e segna un rigore affidato al compagno Thauvin

Ho sempre amato l’eroe solitario. Non quello tragico, eh, ma quello solitario, quello che si carica i compagni sulle spalle e risolve le cose. Un po’ spaccone, un po’ Ulisse, un po’ Mister Wolf. Un predestinato, comunque, antipatico o simpatico che risulti. Così, la presa di posizione di Lorenzo Lucca di tirare lui l calcio di rigore al posto del compagno Thauvin e con tutta la propria squadra contro (cioè l’Udinese), oltre ad avere contro l’altra squadra, il Lecce, la trovo godibile. Godibile perché ha segnato con un tiro incrociato favoloso che non ha lasciato scampo a Falcone. La storia ormai la sappiamo un po’ tutti: alla mezzora l’arbitro di Lecce-Udinese assegna un rigore ai friulani, Lucca s’impossessa del pallone perché vorrebbe calciare lui il penalty ma i compagni cercano di dissuaderlo anche con spintoni e parole energiche, perché il rigorista è Thauvin, che però finora ha sbagliato due su due. Insomma, non proprio un cecchino. Lo stadio s’incazza, assiste a quel siparietto contro la propria squadra e fischia ululando quella pantomima indigesta, l’arbitro Bonacina è indispettito e sventola il cartellino giallo a Lucca. Insomma, Lucca ha tutti, ma proprio tutti, contro. Ma se uno è sfrontato non teme nemmeno il giudice imparziale: fischio, tiro e gol. Lucca esulta nella solitudine, senza un compagno che lo festeggia. Il tecnico Kosta Runjaic, che è un mix di sangue croato e tedesco, non ci pensa su due volte, così lo richiama in panchina. La partita scivola via con il dominio dei friulani, poi al fischio finale la squadra va a raccogliere gli applausi dei tifosi, tutti sorridono, tranne Lucca, che se ne sta infagottato nel piumone sociale. In conferenza stampa il tecnico dell’Udinese non sorvola sull’argomento e ammette che il gruppo è più importante del singolo e che Lucca non doveva agire in quel modo scavalcando le gerarchie. Il giorno dopo è sempre più cupo rispetto al fatto, perché è tempo di riflessione e di flussi di coscienza, con la società friulana pronta a multare il giocatore e a cederlo in estate. Così, Lucca per sdrammatizzare ma facendo mea culpa scrive sul suo profilo Instagram “Volevo essere un duro ma da solo non sono nessuno”, citando la canzone di Luca Corsi, ma abbracciando anche quella dello sponsor sulle casacche bianconere, ‘Io sono Friuli Venezia Giulia’, imprimendosi lo spirito friulano. E qua sta il punto. Sì ai duri, sì agli eroi solitari, sì ai risolutori, sì a chi si responsabilizza anche per gli altri. E sì, perché Lucca non è stato autore di una smargiassata, ma ha dato tre punti alla sua Udinese, impedendo a Thauvin di calciare con un’alta percentuale vicina all’errore. E sì, pensate un po’ se l’ala francese avesse fallito il terzo rigore di fila. Sapete che dico ai duri e puri che hanno stigmatizzato il gesto di Lucca? Ve lo ricordate Jorginho? Eh, tre rigori di fila sbagliati con la Nazionale. Il primo nella finale ai tiri da rigore contro l’Inghilterra a Euro 2021, e poco male perché a Londra abbiamo vinto, il secondo nella gara d’andata contro la Svizzera (terminata 0-0) e il terzo nella gara di ritorno sempre contro gli elvetici (finale sempre di 1-1) durante le qualificazioni a Qatar 22, così gli azzurri fallirono clamorosamente il biglietto per partecipare ai Mondiali. Il rigore a chi è il rigorista ma fallisce da troppo tempo i rigori si fa tirare, per sbloccarlo psicologicamente, quando si è in vantaggio 3-0 e mancano 5 minuti alla fine. Lucca ha avuto il coraggio di dire in faccia al compagno che lui non è il rigorista visti i precedenti, così si è caricato le responsabilità sue e degli altri e ha tirato un rigore vincente. Facendo salvo lo spirito di gruppo, una cosa è chiara sulla gerarchia di chi tira i rigori: il rigorista è Lucca.

 

24 Febbraio
Foto: /thauvin-lucca-rigore
Autore
Gian Luca Campagna

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