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Niente sabato all'inglese per gli onorevoli parlamentari

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Si voterà anche nel weekend. E chissà che le strategie alla fine non portino al punto di partenza: Mattarella

Toglietevi quel sorrisetto perfido sulle labbra. Ammettetelo, un po’ di anima populista alberga anche in voi. Alzi la mano chi non ha pensato nemmeno per un minuto che “oggi è sabato e questi sono costretti agli straordinari. E forse andranno in Parlamento pure la domenica. Altro che conclave a pane e acqua come ha detto Enrico Letta nei giorni scorsi”. E già, oggi settimo turno per decidere il nuovo presidente della Repubblica. La bellezza di questa partita a scacchi è la strategia degli schieramenti, se uno avanza un nome l’altro lo boicotta con la scheda bianca o con l’astensione, in modo che alla votazione successiva si scambia la cortesia per continuare la schermaglia in modo salomonico. Certo, tra tutti i nomi avanzati e bocciati alla fine vai a vedere che torneremo al punto di partenza, con l’elezione di un Sergio Mattarella bis. Ma è come aver causato una tempesta in un bicchiere d’acqua lunga una settimana. E in questa scelta di andata e ritorno non vorrei essere nei panni dei 1.009 grandi elettori. Perché pioverebbero tempeste di insulti. 
2 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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