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Un finale thrilling condanna e salva il Frosinone

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Partita incredibile allo Stirpe: in avanti il Cagliari che poi subisce la rimonta, ma al 94' accade di tutto

Figli di un dio minore. Mentre a Doha per i Mondiali di Qatar 22 Sabiri porta in vantaggio il Marocco sul Belgio ecco che Garritano disegna una parabola sulla testa di Rohdén per l’1-1 del Frosinone. Longitudini differenti, certo. Dimensioni diverse, chiaro. Ma restiamo confinati alla periferia del mondo. Però, sarà che ci divertiamo ancora col calcio della domenica, sta di fatto che lo Stirpe ribolle di gioia per un match comunque di cartello al di là del divario in classifica. E già, i Mondiali di calcio in Qatar non ci appartengono, c’è stato lo stop di una settimana per far ricaricare alle rose le pile e ai tifosi l’entusiasmo, c’è un sole tiepido dopo giorni di freddo novembrino, c’è la volontà di fermare la violenza contro le donne, così si sferra un calcio col pallone rosso pitturato dalla Lega. Non ditelo ai primitivi della Fifa e ai nobili qatarioti altrimenti questo match incapperebbe nelle ire imbarazzate di Gianni Infantino che preferisce i petrodollari alla difesa dei diritti umani. Ma a Frosinone si gioca regolarmente. Si comincia e gli algoritmi della vigilia sono chiari: 6 vittorie di fila da parte dei leoni ciociari, in casa solo vittorie e porta vergine, coi sardi incerottati nell’anima sbiadita e primi ma nella classifica di destra, 13 punti sotto la regina del campionato. Grosso disegna un 4-4-2, riformula la coppia Mulattieri-Moro, mentre dall’altra parte Liverani gioca allo specchio, affidandosi nella terra di mezzo alla linea verde (Luvumbo, Kourfalidis e Obert sono 2022 più Carboni 2003).

L’entusiasmo dello Stirpe è un fiume carsico che si diffonde nell’aria restando però sugli argini del rettangolo di gioco. Non è che Liverani impaludi in modo particolare i portatori di palla ciociari, ma il Cagliari prova a non recitare il ruolo della comparsa, così Luvumbo prima fa capire a Turati che non sarà una domenica di relax (3’), poi lo infila su una traiettoria intelligente e beffarda suggerita da Carboni (ah, la linea verde!) dove Sampirisi e Ravanelli s’addormentano. Porta violata e vantaggio sardo. Il Frosinone non si capacita, in mediana né Mazzitelli né Garritano accendono la luce, Viola agisce da discreta cerniera tra difesa e centrocampo anche se appare lezioso. C’è confusione in campo e fatichi a capire dove comincino i meriti del Cagliari –che si corre e raddoppia ma senza particolare foga- e i demeriti dei ciociari, talmente sono inesistenti, come se con la testa e lo spirito fossero ancora negli spogliatoi. Però la marcia di avvicinamento alla preda è lenta, si avverte, seppure senza strafare. Garritano suggeritore centrale non è lui, Boloca sembra la fotocopia sbiadita delle belle cose che fa vedere con accanto Kone, la coppia d’attacco sta lì perché è segnata sulla distinta. Qualche timido accenno di reazione di griffe gialloblù c’è, si registra un tracciante di Sampirisi, poi uno slalom versione mundial di Boloca, finché al 31’ Garritano disegna la perfetta inzuccata di Rohdén per l’1-1. È il 31’. Il Cagliari che si era limitato al compitino si smarrisce, lascia solo Luvumbo a fare gli straordinari tanto è impalpabile la presenza di Lapadula (perché, c’è?). Viola appare ancora più lento, Rog s’assopisce ma Moro si divora un gol grosso quanto un panettone dopo il sontuoso assist di Mulattieri (38’). Il Cagliari boccheggia coi suoi uomini, ma riesce a chiudere gli spazi, col Frosinone che ha il demerito di non tirar fuori l’istinct killer per andarsene al riposo in vantaggio.

La ripresa comincia con la versione fast & furious del Frosinone ma il Cagliari ha recuperato energie, così dopo molta animosità che produce solo una pericolosissima sponda di Garritano non valorizzata sono i sardi a riprendere le misure (fuori Viola e l’ammonito Carboni). Ma anche Grosso capisce che è il momento di ridisegnare il suo giocattolo, fuori Moro per Insigne e dentro l’intraprendente Frabotta per Cotali (61’). E le sostituzioni tanto per cambiare dànno ragione a mister Grosso: certo, prima Boloca per due volte ciabatta verso Radunovic ottime occasioni facendo capire che tra lui e il gol c’è odio profondo, poi Frabotta dalla fascia di pertinenza chiama il la per la perla a giro di Insigne, servito da Mulattieri. Che gol! Palla sotto l’incrocio e 2-1 (67’). Una rete che stura la gioia dello Stirpe. E ora? Lucioni ringhia, annusa aria di vittoria e sprona i compagni, come a dire ‘tanto in difesa ci sono qua io’. Rohdén porta a spasso le sagome sarde, Mulattieri sogna la rete e si sbatte come un tonno in una tonnara. Poi, a 15’ dal paradiso, Grosso dimostra ancora di saper leggere le partite, c’è poco da fare: fuori Garritano e Rohdén per Lucic e Bocic. C'è qualità in panchina ed è giusto dosare energie, caratteri e personalità. Ma anche Liverani si gioca le sue carte,anche se sono quelle della disperazione: dopo aver spedito Mancosu, dentro anche Pavoletti e Deiola. Il forcing rossoblù produce due siluri di Kourfalidis (86'), il primo si stampa su un difensore ma sul secondo Turati miracolizza da campione autentico. Poi, col Frosinone che non ghiaccia il match, il Cagliari trova il pari all'ultimo secondo del recupero. Uno spiovente innocuo vede Mazzitelli affossare inspiegabilmente Lapadula. Giallo e rigore. L'italoperuviano fino a lì serio indiziato di finire su 'Chi l'ha visto?' fulmina Turati dal dischetto. Finita? Seeee... Lapadula se ne va sulla corsia di destra e la butta per Pavoletti, controllo e zampata vincente: 2-3 in un attimo. Lo spicchio rossoblù dello stadio impazzisce. Poi, riesplode la gioia dello Stirpe: è fuorigioco. Alla fine per il Frosinone diventa un punto guadagnato, tanto che va a +8 rispetto al Genoa.

1 anno fa
Foto: frosinone calcio
Autore
Gian Luca Campagna

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