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Chinaglia non potrà mai giocare nel Frosinone

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Storia quotidiana di un cronista di Latina, tifoso dei nerazzurri, costretto a seguire il Frosinone calcio nel campionato di serie B.

Dirò la verità, nient’altro che la verità. Così quando ho letto del passaggio incredibile di Cesc Fabregas, il campione spagnolo due volte campione d’Europa e una volta mondiale a Sudafrica 2010 con le Furie Rosse, nonché diversi trofei vinti con Arsenal, Barcellona e Chelsea, ho pensato a quella sempreverde canzone di Rino Gaetano dal titolo ‘Mio fratello è figlio unico’. La conoscete, chiaro. E chi è tifoso del Frosinone la conosce due volte, perché quel grande cantautore calabrese in una strofa ci buttò dentro pure i ciociari e il calcio, all’epoca probabilmente una sorta di ossimoro, due concetti antitetici impossibili a incontrarsi.

Certo, suona strano che un campione, seppure attempato come Fabregas (ha 35 primavere sulle spalle), abbia scelto la serie B italiana e una piazza non certo di prima scelta ma un’anonima provincia (calcisticamente parlando, al netto della parentesi degli anni ’80), eppure ci sono altri esempi di campioni che per svernare hanno optato per piazze non certo di prima scelta: è il caso di Gigi Buffon che è tornato nella sua Parma o quello di Jérémy Menez, enorme talento francese mai del tutto sbocciato, che dopo Roma, Milan e Psg a 34 anni si è legato con la Reggina.

Insomma, sono diversi i Chinaglia che non potrebbero passare al Frosinone. Però, Mario, il protagonista della canzone di Rino Gaetano, è un uomo che merita il nostro rispetto, perché è un anticonvenzionale, lontano dagli schemi omologati della società, pensa con la sua testa e non si piega alle mode e alle tendenze del momento. Non resta che cantarci su.

Mio fratello è figlio unico
Perché è convinto che Chinaglia
Non può passare al Frosinone
Perché è convinto che nell'amaro benedettino
Non sta il segreto della felicità
Perché è convinto che anche chi non legge Freud
Può vivere cent'anni

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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