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E l'Iran mostrò il pugno duro coi rivoltosi

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Il leader supremo iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, ha lodato i Basij, la famigerata milizia paramilitare: 'punite le proteste'

Il leader supremo iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, ha lodato i Basij, la famigerata milizia paramilitare, per il loro ruolo nella repressione delle proteste contro il regime. E li ha esortati a continuare a "castigare i rivoltosi ed i terroristi" che partecipano alle proteste scoppiate in tutto il Paese dopo la morte di Masha Amini, la giovane picchiata a morte dalla polizia che l'ha arrestata perché non indossava correttamente il velo.

Intervenendo ad un incontro con un centinaio di membri della milizia, Khamenei ha contrapposto la loro "innocenza" ai "rivoltosi" e "delinquenti" che partecipano alle proteste. Ed ha puntato il dito contro gli Stati Uniti come ispiratori di queste proteste.

"Il campo di battaglia si limita ad un pugno di rivoltosi che scendono nelle strade - ha aggiunto cercando di minimizzare la portata delle proteste che da settembre vanno avanti in tutto il Paese - ma questo non significa che dobbiamo ignorarli: qualunque rivoltoso, qualunque terrorista deve essere castigato".

Il leader supremo iraniano ha poi rifiutato le richieste di riforme che arrivano dalle proteste, sostenendo che queste non rappresentano la maggioranza del Paese: "ci sono persone che suggeriscono di ascoltare la voce della nazione, ma la potente voce di questo Paese si è fatta sentire con i dieci milioni di persone che hanno partecipato ai funerali del martire Soleimani" ha detto riferendosi al capo dei servizi iraniani ucciso in raid Usa in Iraq nel gennaio del 2020.

"La voce alla nazione - ha concluso il leader supremo - si sente nei funerali dei nostri martiri e l'impegno del popolo contro il terrorismo ed i rivoltosi".

 

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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