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Prove di pace ma incombono i crimini su Israele

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Mentre le diplomazie sono attive per i negoziati pende sulle forze israeliane la responsabilità di gravi violazioni

"Ogni dichiarazione" sulla possibilità che qualche Paese europeo riconosca lo Stato palestinese è "un premio per i terroristi di Hamas". Lo scrive su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein, secondo cui "il mondo e l'Europa dovrebbero concentrarsi in questo momento sul rilascio immediato dei 133 rapiti e sulla distruzione dell’organizzazione terroristica Hamas". "Chi promuove un'agenda diversa - denuncia - fa il gioco di Hamas e ostacola gli sforzi per arrivare ad un accordo sulla liberazione dei sequestrati e un cessate il fuoco umanitario".

Le parole del portavoce arrivano dopo le parole dell'Alto rappresentante per la politica estera europea, Josep Borrell, secondo cui "diversi Stati Ue riconosceranno Palestina entro fine maggio".

Cinque unità delle Forze di difesa israeliane si sono rese responsabili di "gravi violazioni dei diritti umani" in incidenti avvenuti fuori dalla Striscia di Gaza prima dell'attacco del 7 ottobre. Lo ha detto parlando con i giornalisti il portavoce del dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, secondo cui quattro delle cinque unità hanno effettivamente posto rimedio alle violazioni, mentre Israele ha presentato informazioni aggiuntive riguardo alla quinta e sta continuando i colloqui in proposito con il governo americano. L'annuncio del dipartimento di Stato è arrivato dopo che l'amministrazione Biden ha deciso di mettere in stand by le sanzioni contro Netzah Yehuda accusata di abusi contro i palestinesi in Cisgiordania.

C'è una crescente preoccupazione tra gli Stati Uniti e i suoi alleati che possibili mandati d'arresto emessi dal Tribunale penale internazionale nei confronti di funzionari israeliani possano far saltare un delicato equilibro mentre Israele si avvicina ad un accordo per la tregua con Hamas. Lo riporta il corrispondente da New York di Ynet, citando fonti informate.

Secondo quanto riferito ieri dal Times of Israel, che citava fonti del governo israeliano, Tel Aviv sta portando avanti un'azione concertata per sventare temuti piani da parte dell'organismo giuridico internazionale tesi ad emettere mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu ed altri alti esponenti del suo governo. Secondo le fonti, in particolare si temono incriminazione con cui Israele verrebbe accusato di "aver deliberatamente lasciato morire di fame i palestinesi a Gaza".

Il presidente americano Joe Biden sta avendo colloqui con il presidente egiziano Abdel Fatah al Sisi e con l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani per 'spingere' le discussioni per un accordo sul cessare il fuoco a Gaza ed il rilascio degli ostaggi. Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, secondo cui negli ultimi giorni sono stati fatti "progressi" per arrivare ad un'intesa e che ora "spetta ad Hamas accettare l'accordo sugli ostaggi e deve farlo".

30 Aprile
Autore
Claudio Mascagni

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