Clima, l'informazione e la formazione deve partire da Scuola e TV
Secondo il climatologo Mercalli, si dovrebbe cominciare a insegnare le tematiche riguardanti il clima nelle scuole
“Se in TV si parlasse più di ambiente e di clima, mettendo questi temi al centro del dibattito pubblico, si potrebbe ottenere un importante cambiamento culturale e nei comportamenti. E invece purtroppo tutto è lasciato all’improvvisazione”. In un’intervista al magazine online ENEA “Energia Ambiente e Innovazione”, nel numero speciale dedicato a giovani e mondo della scuola ( ), Luca Mercalli, climatologo, scrittore, divulgatore scientifico, sottolinea l’importanza di accrescere l’informazione sui temi ambientali e della sostenibilità “anche all’interno dei programmi scolastici, visto il grande interesse dei giovani per queste tematiche e per evitare che la didattica su questi temi venga lasciata solo alla buona volontà degli insegnanti”.
“Sono proprio i ragazzi di oggi a subire i danni maggiori dei guasti ambientali che stiamo causando, perché i problemi del clima si espliciteranno in maniera intensa e drammatica nei prossimi decenni, quando loro saranno adulti” afferma Mercalli che, oltre ad una lunga esperienza come docente, dirige la rivista di meteorologia Nimbus da lui fondata, è presidente della Società Meteorologica Italiana e consigliere scientifico di ISPRA. “La missione di scienziati e divulgatori è informare i giovani sulla gravità e i rischi della situazione ambientale, ma indicando vie d’uscita e soluzioni. E i giovani – prosegue – devono far sentire la loro voce. Il loro apporto è fondamentale come forza propulsiva nella società e nella politica".
“Il 50% della mia didattica è descrivere una situazione ambientale grave e con molti rischi, ma l’altro 50% è dire che cosa possiamo fare e proporre soluzioni: dalle fonti rinnovabili all’efficienza energetica, alle nuove tecnologie per avere una buona qualità della vita, ma a basso impatto ambientale”. Gli ingredienti fondamentali per ‘parlare’ ai giovani sono la credibilità, il raccontare come si stanno applicando le soluzioni proposte e l’interdisciplinarietà, ovvero far capire che il rapporto tra uomo e ambiente può essere spiegato sia attraverso la fisica e la chimica che con la storia, la letteratura e la filosofia. E questo ai giovani piace moltissimo perché vedono il collegamento con le singole materie che studiano” conclude Mercalli che di recente ha pubblicato ‘Uffa che caldo! Come sarà il clima del futuro? E come possiamo limitare i danni?’, un libro per bambini nel quale la sua “sfida” è stata trasformare concetti difficili in figure rigorosamente scientifiche e nello stesso tempo comprensibili.
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