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Transizione e riqualificazione ecologica degli edifici: come

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Considerati gli obiettivi fissati dalla normativa europea e lo stato di tanti edifici in Italia, demolizione e ricostruzione potrebbero rappresentare la soluzione

L’aggiornamento della nuova disciplina sulla prestazione energetica degli edifici si inserisce in un orientamento ormai consolidato che considera necessaria una più ampia “transizione ecologica” del patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, intesa come il processo d’innovazione tecnologica e di sviluppo sostenibile dell’intera filiera che mira a conseguire relazioni tra ambiente edificato ed ecosistemi locali e globali più equilibrate, rispettose e armoniche.
LA TRANSIZIONE ECOLOGICA IN EDILIZIA
A tale scopo, l’economia circolare può rappresentare un acceleratore/facilitatore dello sviluppo sostenibile in edilizia, a condizione che sostenga prioritariamente la massimizzazione della durata delle opere ovvero dei suoi componenti inclusi i prodotti da costruzioni.
Va quindi chiarito che la transizione ecologica in edilizia non è perseguibile attraverso l’esclusivo raggiungimento degli obiettivi della EPBD4, ma deve essere necessariamente affrontata nell’ottica complessiva dello sviluppo sostenibile, che si fonda per definizione su un concetto multi-dimensione.
Sembra quindi corretto utilizzare il prossimo recepimento della EPBD4 per avviare un percorso virtuoso che persegua un’autentica transizione ecologica dell’edilizia. In questo capitolo vengono sinteticamente richiamati alcuni aspetti di una compiuta transizione che dovrebbero essere tenuti presenti anche nel recepimento che sarà attuato nel nostro Paese.
RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA
Senza nessun dubbio la riqualificazione edilizia è il tema centrale per il nostro Paese, sia per l’ampio patrimonio costruito che necessita di interventi, sia per la maggior complessità progettuale ed esecutiva dei lavori sull’esistente.
Va pertanto dettagliatamente studiato il tipo di intervento in funzione delle condizioni specifiche delle opere da riqualificare. La conoscenza approfondita dell’opera è la prima basilare azione da svolgere e poi, ipotizzati gli interventi, va eseguita - come peraltro richiesto dalla EPBD4 - la relativa analisi costi/benefici (sia in termini economici che ambientali, e se necessario anche rispetto agli aspetti sociali). 
Ad esempio, per una riqualificazione sismica ed energetica, di una costruzione esistente caratterizzata da elevata povertà energetica e alta vulnerabilità sismica (bassi livelli di sicurezza strutturale), è molto probabile che il risultato dell’analisi costi/benefici riconduca la scelta verso la sostituzione edilizia; e nel caso di aggregati edilizi - più fabbricati - verso la rigenerazione urbana.
? Demolire & Ricostruire, infatti, per parecchie realtà del nostro patrimonio edilizio, può risultare più ragionevole e conveniente di una ristrutturazione profonda.
21 Giugno
Autore
Luciano Razzano

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