Afghanistan: sopravvissuti a missile USA chiedono aiuto
Un’intera famiglia di civili è stata sterminata da un attacco statunitense lo scorso agosto. I sopravvissuti chiedono un aiuto agli USA per lasciare l’Afghanistan
Lo scorso 29 agosto a Kabul, in Afghanistan, l’esercito statunitense aveva ucciso 10 civili in un attacco missilistico. L’obiettivo erano i terroristi della rete Isis-k, ma per un errore è stata sterminata un'intera famiglia di civili.
L’esercito USA ha ammesso che l’episodio è stato un tragico errore, ma da quanto riferisce la Cnn gli Usa non hanno provveduto a risarcire o aiutare in alcun modo i sopravvissuti. Questi ultimi chiedono di poter lasciare Kabul e l’Afghanistan, richiesta già formulata prima della tragedia.
L’auto colpita dal missile Usa apparteneva a Zamarai Ahmadi, che era un collaboratore della Ong statunitense Nutrition and Education International (Nei). Ahmadi è stato spazzato via dall’attacco insieme ad altri 9 membri della sua famiglia, tra cui 7 bambini.
Il collaboratore della Nei era l’unica persona ad avere un lavoro all’interno del nucleo familiare, e la sua morte ha lasciato senza un reddito sua moglie e la sua unica figlia rimasta. Oltre alle difficoltà economiche, le due sopravvissute sono in pericolo in quanto il legame della famiglia di Zamarai Ahmadi con la Ong americana era risaputo, e ciò potrebbe mettere in pericolo le persone sopravvissute.
Una storia straziante, che descrive perfettamente la situazione di caos e confusione di quei giorni a Kabul, tra l’attentato all’aeroporto, le fughe disperate dei civili e le violenze dei Talebani.
Il segretario della Difesa Statunitense Lloyd Austin ha fatto sapere che il Dipartimento di Stato americano sta lavorando per mettersi in contatto e raggiungere la famiglia, ma per ora senza risultato. "Se desiderano partire, faremo il possibile per aiutarli" ha detto Austin.
Commenti