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Caro Frosinone la serie A è questa: punisce le ingenuità

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I tre minuti di amnesia difensiva fatali alla giovane squadra ciociara, che comunque se la gioca fino alla fine

La serie A è questa. C'è poco da fare. Ti punisce alla minima sbvavatura. Se ne è accorto il Frosinone a Bologna. Partenza sprint, con entusiasmo e determinazione,.alzando il campo, andando a cercare i portatori di palla avversari, costringendoli a rintanarsi nella propria trequarti, poi i due colpi letali subiti, in 3 minuti, a sancire la legge del gatto che gioca col topo. 

Caro Frosinone pressa, porta palla, prova a creare occasioni, tanto noi abbiamo stretto in una gabbia il tuo centravanti e finché non provi a tirare in porta difficilmente andrai in rete. Eccolo, il Thiago Motta-pensiero, con i frombolieri rossoblù che poi hanno uccellato in due occasioni la retroguardiua ciociara: due reti evitabili, più da tornei estivi che da serie A. Ma questa è la serie A, bellezza, alla minima sbavatura si pagano care le ingenuità e le negligenze. 

Se andiamo a stringere sbirciando la formazione ciociara in difesa i soli Marchizza e Romagnoli hanno sulle spalle quell'esperienza che ti ricorda quanto la massima serie non perdona, seppure il primo è quello che ha avuto sul finale di gara due clamorose palle per il pari  e il secondo ha propiziato per sbadataggine o sfiga la prima rete felsinea. 

In mediana Barrenechea e Garritano hanno scampoli di serie A mentre Mazzitelli l'ha ritrovata dopo anni di B a grandi livelli, idem per Baez, subentrato nel finale. 

Il resto della truppa giallazzurra la serie A l'ha vista per pochi attimi da vicino o per nulla, come è nei casi di Soulé (ancora il migliore), Turati, Okoli, Oyono, Brescianini, Reinier, Kaio Jorge, Cheddira, Cuni, Ibrahimovic. E questo fa la differenza, soprattutto quando si va sotto pressione. 

Analisi lucida da proporre: l'unico attaccante che tira con una certa pericolosità verso la porta resta Soulé. Il resto è accademia, statistica e ancora tanta potenza e poco atto: di Cheddira si è registrato un debole e centrale colpo di testa sul finire del primo tempo da buona posizione, di Cuni si è vista la buona volontà e una maggiore consapevolezza col trascorrere del tempo, tant'è che ieri si è guadagnato un rigore grazie a una sua giocata, Kaio Jorge ancora deve stabilizzarsi ma la buona notizia è che ha esordito. Fa riflettere che le occasioni più nitide per impattare ce le ha avute Marchizza, più bravo a difendere che a offendere: certo, si dirà che ha avuto spazio di manovra e ha goduto di libertà perché gli attaccanti hanno attirato l'attenzione dei bolognesi ma è anche vero che però la palla così finisce nei piedi meno educati al gol. E così è stato. 

La nota positiva maggiore resta che DiFra se l'è giocata alla pari contro una squadra come il Bologna che ha un'intelaiatura solida come dimostra il suo cammino, questo sta a significare che il Frosinone ha ampi margini di crescita, perchè la buona posizione di classifica fa evitare alla squadra e ai giocatori meno esperti pressioni e ansie da prestazione. 

Così, ancora una volta, bravo Frosinone: la partita se la gioca sempre a viso aperto, come è nello stile del presidente Stirpe e del tecnico Di Francesco. Aria frizzante e gioia di giocare, niente calcoli riservisti o attendisti, questo è il calcio dei canarini. 

1 anno fa
Foto: frosinone calcio
Autore
Gian Luca Campagna

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