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Esplodono le colture per i biocarburanti

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Il progetto Horizon Europe Carina, coordinato dall’Università di Bologna prevede piante come camelina e carinata

Dai biocarburanti avanzati al nylon sostenibile, passando per fitofarmaci e prodotti cosmetici. Ci sono due piante ancora poco note che promettono di dare una spinta importante all'economia bio-based. Si chiamano camelina e carinata e sono al centro di Carina, progetto Horizon Europe coordinato dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna.

Il progetto coinvolge università, centri di ricerca e aziende agricole insieme a imprese che cercano materie prime sostitutive di altre di origine fossile o di importazione: dall’impresa che produce nylon a partire dal ricino e vuole utilizzare anche altri tipi di olio, a quella cosmetico-farmaceutica che cerca sostanze stabilizzanti per i propri prodotti, fino a quella fitofarmaceutica che lavora ad un erbicida naturale come possibile alternativa al glifosato. Senza dimenticare il grande settore dei biocarburanti per auto, aerei e navi.

“L’agricoltura del futuro dovrà fornire grandi quantità di materie prime rinnovabili all’industria, ma al tempo stesso dovrà garantire la salvaguardia della biodiversità e della salubrità dei suoli e dell’ambiente - spiega Andrea Monti, professore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto Carina - C’è grande fame di biomasse, ma occorre procedere in maniera razionale ed equilibrata, senza rischiare di incorrere negli errori passati”. Per quanto riguarda i biofuel, per esempio, "è importante sottolineare che i sistemi agricoli a cui stiamo lavorando all’interno del progetto Carina rientrano nella categoria dei 'biocarburanti avanzati' e dunque a zero rischio Iluc" (Indirect Land Use Change), un parametro relativo alle emissioni legate al cambiamento indiretto della destinazione d'uso dei terreni.

Carinata e camelina sono infatti colture non alimentari, che si inseriscono facilmente nelle rotazioni con colture alimentari tradizionali. Comunemente, ad esempio, nella coltivazione di mais e frumento, sono previste lunghe pause fra due colture principali: tra giugno e marzo il terreno resta libero, e questa pausa può essere sfruttata per colture come carinata e camelina. Una pratica, questa, che oltre a offrire nuove risorse per la produzione sostenibile, favorisce la biodiversità, mantiene i terreni più facilmente lavorabili e li protegge dall'erosione.

"Con il progetto Carina studiamo e sperimentiamo come inserire queste nuove colture nel modo più efficace possibile - dice ancora Monti - E ci rivolgiamo non solo ai grossi gruppi, ma anche e soprattutto ai piccoli agricoltori del bacino del Mediterraneo, che in questo modo possono acquisire conoscenze sull’agrotecnica e decidere come avvicendare o consociare le nuove colture con cereali, piante leguminose o anche colture arboree".

Il progetto coinvolge otto paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania, Slovacchia, Grecia, Polonia, Bulgaria), oltre al Libano e alla Tunisia, con università, centri di ricerca e imprese. Ci sono aziende del settore dei carburanti, del mondo della moda, aziende farmaceutiche e cosmetiche, tutte accomunate dalla ricerca di nuove materie prime con caratteristiche chimico-fisiche specifiche da selezionare a seconda dei diversi interessi merceologici.

28 Aprile
Foto: pixabay
Autore
Pasquale Lattarulo

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