Latina con la grana della centrale biogas
Nuovo atto all’interno della Commissione urbanistica avente come tema l’impianto di biogas da realizzare sul terreno di Borgo Carso
Nuovo atto all’interno della Commissione urbanistica avente come tema l’impianto di biogas da realizzare sul terreno di Borgo Carso. Data l’argomentazione c’era anche una folta presenza di residenti del posto, che da tempo esprimono dissenso rispetto a questo percorso imprenditoriale, prendendo la parola ed esprimendo anche preoccupazioni qualora dovesse realizzarsi la centrale, tanto che si sono riuniti da anni attorno al Comitato No-biogas. È da quando si è insediata l’amministrazione Celentano che la commissione presieduta dal consigliere comunale Roberto Belvisi ha affrontato la questione con la massima trasparenza, indicendo anche un’assemblea pubblica a Borgo Carso per ascoltare le richieste della popolazione locale.
“C’è la ferma volontà di bloccare l'impianto perché, ripetiamo, non è rispondente alla normativa vigente. E per questo motivo il Comune ha fatto ricorso in appello al Consiglio di Stato. Ho indetto la commissione perché ho voluto informare i cittadini in piena trasparenza su quanto si sta facendo fra cui l'acquisizione di qualche giorno fa della perizia del consulente tecnico. Ma non ci fermiamo qui, perché è intenzione di questa commissione richiedere un pool di tecnici e avvocati esperti a supporto dell’avvocatura comunale” ha sottolineato Belvisi.
Torna quindi d’attualità il tema della centrale di biogas a Borgo Carso su strada Casal delle Palme dopo che oltre un anno fa l’amministrazione comunale e nello specifico la commissione urbanistica aveva cominciato a lavorare sul regolamento comunale in materia di impianti che ricavano energia da fonti rinnovabili, quindi, non soltanto relativa a impianti a biometano e a biogas. L’impianto in questione produrrà biometano da fonte rinnovabile (biogas) alimentato da sottoprodotti sottoposti a processi di digestione anaerboica e upgrading biogas, di capacità produttiva di biometano pari a 500 Smc/h.
“Quello di lavorare sul regolamento è un processo laborioso e duro come impedire la realizzazione dell’impianto: infatti, siamo partiti da quanto era stato prodotto nel 2010 per gli impianti fotovoltaici fino ad arrivare al lavoro svolto dall’ultimo commissario nel 2022, ma vorrei ricordare che già la Regione Lazio aveva richiesto a ogni Comune di zonizzare le aree non idonee per installare impianti fotovoltaici, per la discriminante dell’uso sfrenato del suolo, oltre all’invasività tipica degli impianti a biogas e a biomasse. Ora si tratta di accelerare questo iter per ottenere un regolamento chiaro in materia di impianti che ricavano energia da fonti rinnovabili” ha aggiunto Belvisi. Si ricorderà all’epoca che era stato messo a punto una bozza di regolamento, che prevedeva tra i suoi punti la volontà di privilegiare la filiera corta, in modo che il territorio non sia aulteriormente stressato (30 km dal confine comunale), più l’importanza della distanza di almeno 1 km dalle case abitate, più il rispetto del codice della strada in ogni sua forma, più una polizza fidejussoria per l’eventuale danno ambientale che si potrebbe arrecare, oltre anche a poter utilizzare un elemento oggettivo tecnico come il nasometro, che misura l’impatto odorigeno dell’eventuale impianto realizzato.
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