Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com
Loader

Il Frosinone vola col Caso-Moro

grosso 2.jpg

Storia quotidiana di un cronista di Latina, tifoso dei nerazzurri, costretto a seguire il Frosinone calcio nel campionato di serie B.

Bello di notte questo Frosinone che strapazza il Brescia con una prestazione muscolare e intelligentemente attendista. Apre Moro, nella ripresa raddoppia Caso e chiude Mulattieri. Così il Frosinone dopo due giornate si gode il primato in condominio col Cosenza. 

LE FORMAZIONI - Pronti e via e le formazioni sono quelle già annunciate dai tecnici. Grosso s’affida al 4-2-3-1, tra i pali a Turati, disegna la linea difensiva Oyono, Szyminski, Cotali e Lucioni come ministro della difesa; in diga Boloca e Kone, sulla terra di frontiera Rohdén, Caso e Garritano, in avanti finalmente il gioiello Moro; Pep Clotet risponde col suo 4-3-3, Lazzerini in porta, in difesa Karacic, Adorni, Mangraviti e Papetti, in mediana spazio a Van de Looi, Ndoj e Bisoli, in avanti Moreo, Ayè e Bianchi.

PRIMO TEMPO - D’accordo, siamo appena alla seconda giornata ma è la somma che fa il totale, quindi assistere ai 4 anticipi con la posta divisa genera sempre idee conturbanti per chi è a punteggio pieno. Queste erano le premesse di Frosinone-Brescia, un match che nelle ipotesi profuma di serie A. E le premesse sono diventate prima promesse e poi realtà, tant’è che Volpi di Arezzo fischia il primo fallo al 7’, interrompendo il gioco che fino a quel momento non segna respiro. Nessuna tattica del paguro da parte di entrambe le formazioni, la timidezza resta negli spogliatoi. È il Brescia che pressa alto, con Bisoli faro e la volata di Ayé che spaventa Turati (1’), coi ciociari che paiono soffrire l’ardore bresciano, ma giusto il tempo di prendere misure e abito: Rohdén illumina Caso che dal vertice mancino spara un fendente che Lazzerini intercetta (3’), ci prova anche Moro da posizione defilata ma respinge ancora l’estremo bresciano (7’). Poi, dopo una incerta inzuccata di Moreo (9’) è il Frosinone a salire in cattedra con Kone in mezzo che impreziosisce il sacrificato lavoro di Boloca, ispirando Rohdén, così è proprio su quest’asse che nasce la rete del vantaggio (16’): lo svedese da destra taglia per il terzo tempo di Moro che piega le mani a Lezzerini. La notte si fa scura per le rondinelle: Bisoli arretra ingabbiato, Ndoj è ancora un oggetto oscuro, Moreo è troppo avanti, non ci sono soluzioni per il Brescia, che rischia il tracollo ancora con una combinazione ispirata da Rohdèn che lancia Garritano, rasoiata in area piccola solo da spingere in rete ma l’arrivo di Moro è in leggerissima differita (19’). Il match è maschio, la pioggia e qualche lampo la trasforma in epica, Lucioni si celebra anche con qualche sortita in avanti e Kone insegna calcio, tra diga, legna e impostazione, pur usufruendo di un solo piede (il mancino). Però c’è anche il Brescia che smette di stare alle corde, così nel giro di 1’ crea due mischie da flipper nell’area ciociara: prima Karacic svetta di testa dopo un’azione da touchè rugbystica (38’), nel corner successivo una mischia furibonda è prima sciupata da una svirgolata di Bisoli e risolta alla viva il parroco da (sempre lui) Lucioni. Rifiata il Frosinone, Clotet ridisegna il Brescia spostando Ndoj poco più centrale, il neoentrato Labojko è più attivo dell’infortunato Van de Looi ma non ha il supporto di Bisoli (spostato più avanti) e Mangraviti che potrebbe avere un corridoio a sinistra da macinare mostra parecchia insicurezza fisica e interiore, mentre le ali Ayè e Bianchi sono tema da ‘Chi l’ha visto?’. Facile che il primo tempo si chiuda coi ciociari in vantaggio.

SECONDO TEMPO - Poche idee e confuse quelle delle rondinelle nella ripresa, è forza d'inerzia più che volontà ma anche la tattica piange, Bisoli è ancora più avanzato, Labojko veste i panni del play ma a questo Brescia manca la tigna e la convinzione, così Kone si esalta cercando palloni e dribbling, al pari di Caso, mentre Lucioni a turno prende le misure a Ayè, Bianchi e Moreo svettando come un totem. Così gli slanci (confusi) del Brescia lasciano presagire un raddoppio scritto, che però arriva per una topica di Adorni: sulla linea della metà campo Caso riceve l'allegerimento di Lucioni sulla costante pressione lombarda, si gira e sgomma via al centrale bresciano che capisce la serata da incubo quando il regista se ne va in solitaria col Benito Stirpe a invocare il gol. Ed è 2-0, Caso accontenta il popolo ciociaro, scarta come all'asilo Lezzerini e deposita in rete. Clotet capisce che così non c'è reazione (60'), fuori lo spento 'Ndoj e l'evanescente Bianchi per Bertagnoli e Niemeijer, ma Grosso corre alle contromisure (67'), dando ossigeno a Rohdén per Ciervo e richiamando Caso per Bocic. Non c'è necessità di assumere un ragioniere per gestire la contabilità delle occasioni da parte delle rondinelle, poca forma e poca sostanza nel cercare di dare un senso alla trasferta in Ciociaria. Intanto Kone si autoelegge a beniamino della tifoseria, vestendo il ruolo del tuttocampista, lo trovi ad arginare le velleità lombarde e un attimo dopo ad azzannare i tacchetti avversari nella metà campo ospite: che giocatore! Ormai stanco e sfiduciato il Brescia stazione nella metà campo dei padroni di casa, ma pare più il Frosinone ad aver abbassato il baricentro delle sue iniziative, speculando su una tattica attendista. E così, batti e ribatti nella tranquilla area frusinate, arriva la terza rete (85'): Bocic se ne va a spasso, scende, osserva e taglia una caramella che Mulattieri scarta e deposita in rete nonostante la disperata uscita di Lezzerini. Ci sono ancora 6' di tenebre per le rondinelle, giusto il tempo per ammirare dribbling e veronica di Oliveri che mira l'incrocio ma non ha fortuna, un'altra disce sa di Bocic che scodella un'altra caramella che incredibilmente da due passi Ciervo non scarta. 

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

Commenti