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Il David di Dubai e le polemiche nude

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Solo la bellezza ci salverà, ma quella dell'elasticità mentale. Dalla statua dell'Arcuri alla Spigolatrice fino al David occultato dell'Expo arabo

Ci salverà solo la bellezza. Quante volte lo abbiamo sentito? E quante volte ci siamo beati nel ripeterlo davanti a un pubblico a cui brillavano gli occhi per quella citazione tratta da Fëdor Dostoevskij? Certo, sappiamo che è estrapolata da un dialogo marginale de L’idiota, quando il giovane tormentato Ippolit pressa il principe Miškin sull’affermazione che solo la bellezza potrà salvare il mondo. Sgomberiamo il campo dai dubbi, non è la bellezza estetica, seppure siamo dei fan delle forme (e quindi siamo pronti a beccarci il primo insulto di sessisti), ma quella interiore, legata forse all’intelligenza o all’elasticità mentale. Non saprei. È una di quelle frasi totemiche, quella del romanziere russo, che vale per tutte le stagioni e vale per ogni altrove. 
E vale anche per questa storia. Appartiene al Ventunesimo secolo, al periodo delle aperture sessuali, delle nuove frontiere del sesso, di chi è esperto in acronimi che abbracciano il mondo Lgbt e di chi ci tiene a correggerti quando sei lì a lanciarti in una sfida lessicale tra bisessuali e pansessuali cercando di scavarne le differenze.
Insomma, capiamoci: siamo davvero fuori dal tunnel della Pandemia. E sì, perché smarrirsi dietro fiumi di inchiostro e di tasti consumati per dire la propria sulla statua della Spigolatrice di Sapri ti apre la mente. Una storia che richiama alla memoria un'altra statua, quella eretta a Porto Cesareo, nel Salento, anno di grazia (o di grazie) 2002, per omaggiare la bellezza mediterranea dell’attrice Manuela Arcuri, e che fa da assist a quella del David di Michelangelo esposto in queste ore all’Expo di Dubai, seppure si tratti ovviamente di una copia fedele all’originale. 
Raccontiamo questo straordinario Paese che è l’Italia in tre mosse: la Spigolatrice di Sapri (presente), la statua dell’Arcuri fronte mare (passato) e quella occultata in Oriente del grande artista aretino (futuro).
Partiamo dal presente. Qualche giorno fa a Sapri, nel Cilento, viene inaugurata la statua della Spigolatrice davanti all’ex premier Giuseppe Conte. Certo, chi a scuola non ha sbirciato i testi della poesia di Luigi Mercantini dedicata al bel capitano dagli occhi azzurri e dalla chioma bionda Carlo Pisacane, intriso di ideali risorgimentali, che a capo dei trecento giovani e forti si lancia contro i Borboni, ma trova paradossalmente la morte per mano di quegli stessi contadini che lui avrebbe tanto voluto aiutare? La spigolatrice, cioè una contadina che vive in estrema povertà degli scarti dei campi di grano, s’innamora di questo prode soldato e lo accompagna nell’avventura sebbene rivesta più un ruolo narrante che erotico. Sta di fatto che l’artista Emilio Stifano realizza una statua dalle forme femminili sinuose che potrebbero anche provocare irrefrenabili impulsi pruriginosi ai benpensanti di turno. Non a caso i primi tweet di condanna alla scultura così sessista arrivano da Laura Boldrini e da Monica Cirinnà. 
«È un'offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare - ha scritto su twitter l'ex presidente della Camera ed esponente del Pd, Laura Boldrini - Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato? Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia». A cui arriva la mano verbale della deputata Pd Monica Cirinnà: «A Sapri uno schiaffo alla storia e alle donne che ancora sono solo corpi sessualizzati, questa statua della Spigolatrice nulla dice dell'autodeterminazione di colei che scelse di non andare a lavoro per schierarsi contro l'oppressore borbonico. Sia rimossa!».

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E vabbè, opinioni. Ma viva le donne e le loro forme, emblema, appunto, di femminilità. 
Veniamo alla statua dell’Arcuri. A Porto Cesareo nel 2002 il sindaco di centrodestra Luigi Fanizza decide di omaggiare l’Arcuri con una statua perché ‘simbolo di bellezza e prosperità’ con tanto di cornucopia in grembo. La bella Manuela apprezza, avrà pensato “una statua di solito te la dedicano quando sei tra i più, averla intitolata da viva dev’essere una cosa divina”, così i pescatori si rivolgono alla ‘santa’ Manuela prima dell’uscita in barca scatenando però l’ira delle gelosissime mogli che convincono nel 2010 il sindaco Vito Foscarini, area centrosinistra, a rimuovere la statua con un’ordinanza. In verità, a guardare la statua, dell’Arcuri non si intuiscono nemmeno le forme che tante diottrie hanno minato alla metà della popolazione maschile europea quando si ammiravano i suoi calendari osè, poiché la castità è la caratteristica principale dell’opera. Ma tant’è. 

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Quello che non si capisce bene a Porto Cesareo è se la lotta attorno alla statua arcuriana sia motivate da ripicche femminili o politiche. Sembra quasi di stare nell’altrove di Macondo e non nel Salento. Ma transeat. Il tempo passa e la bella Manuela ottiene giustizia. Infatti, nel 2012 il nuovo sindaco Salvatore Albano decide di reinstallare la statua in una piazzetta sempre fronte mare, ma attira su di sé l’ira funesta del sindaco della rimozione, che (oh, sì!) lo denuncia. Figuriamoci se un magistrato (all’epoca il pm Emilio Arnesano) si sarebbe lasciato sfuggire la ghiotta occasione, iscrivendo così nel registro degli indagati il primo cittadino e assessori assortiti per presunte violazioni urbanistiche. Ovviamente, la statua è rimasta lì. Nonostante l’inchiesta giudiziaria.

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E veniamo al futuro. Cioè, il tema di oggi e le polemiche che ne scaturiranno domani. L’Italia partecipa all’Esposizione di Dubai. Per non urtare la suscettibilità dei castissimi e religiosissimi musulmani si decide di coprire al pubblico le pubenda del David di Michelangelo esposte nel padiglione italiano, permettendo a chi vorrà di ammirare l’opera l’ebbrezza di un tour privato e riservato. Insomma, David si presenta a mezzobusto, non nella sua fiera interezza artistica. Stavolta niente strali di Cirinnà e Boldrini, ma si muove Vittorio Sgarbi: "Si tratta di un tema biblico, non pagano. Pertanto, 'cancellare' una parte del David di Michelangelo al Padiglione Italia dell'Expo di Dubai è proprio piegare la testa alla religione e alla loro cultura (quella musulmana, ndc). Grottesco e ridicolo, questo è un tema vero su cui pronunciarsi. Non certo quello della Spigolatrice di Sapri, che è una donna e fa parte della scultura italiana, in cui ci sono i nudi, c'è Canova, c'è Botticelli, e non c'è nulla da dire". 
Siccome l’arte è soggettiva e si interpreta, a volte si rischia di inciampare e cadere nel ridicolo che, come si sa, per fortuna non genera odori, tanto che rintuzza ogni polemica il direttore artistico del Padiglione Italia all'Expo Dubai, Davide Rampello: "Il David, icona di bellezza e perfezione, è posto al centro dell'area chiamata Teatro della Memoria. Nella cultura odierna, confondiamo il concetto di memoria con l'archivio. Ma la memoria ha molto di più, il fattore emozionale: il David, in quella posizione, offre subito lo sguardo ai visitatori diventando il testimonial della memoria". Si tratta quindi, secondo Rampello, "di una prospettiva inedita, introspettiva ed emozionante. La statua poggia all'interno dell'area dedicata alle visite di rappresentanza da cui é comunque visibile nella sua interezza dal basso. Questo è stato l'approccio concettuale, il resto sono interpretazioni che valgono come tali".
Allora, Rampello, ti prego, battiti allo stremo delle forze per la statua dell’Arcuri e della Spigolatrice di Sapri affinché esaltino quella bellezza estetica che trasmettono. Te ne saremo grati per l’eternità.

3 anni fa
Autore
Gian Luca Campagna

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