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No delle Regioni ai cibi sintetici come il 72% degli italiani

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La contrarietà della Conferenza delle Regioni all’introduzione nel mercato nazionale di cibi sintetici risponde alla richiesta della maggioranza degli italiani

La contrarietà della Conferenza delle Regioni all’introduzione nel mercato nazionale di cibi sintetici risponde alla richiesta della stragrande maggioranza degli italiani con ben il 72% dei cittadini che non li mangerebbe e ben il 10% che non sa e necessità di più informazioni mentre solo il 18% invece che li proverebbe come dimostra l’indagine Tecne’. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare positivamente le dichiarazioni di Federico Caner coordinatore della Commissione agricoltura della Conferenza delle Regioni che ha espresso un parere positivo al decreto che dispone il divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici. Si tratta di un provvedimento presentato sotto la spinta di oltre mezzo milione di firme raccolte dalla mobilitazione della Coldiretti alla quale hanno aderito dal premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni al presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, dal vicepremier Antonio Tajani di Forza Italia al vicepremier Matteo Salvini della Lega, dal leader di Azione Carlo Calenda al capo politico di Noi Moderati Maurizio Lupi fino a capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Stefano Patuanelli ma anche tantissimi parlamentari come Luca Pastorino di +Europa o Elena Bonetti di Italia Viva.

Un percorso istituzionale trasparente con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a sostegno della proposta della Coldiretti spesso all’unanimità, tutte le regioni di ogni colore politico ed esponenti di ogni schieramento oltre a Ministri (a partire da Francesco Lollobrigida all’Agricoltura e Sovranità Alimentare) e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei, Sindaci, associazioni da Federcuochi agli Scout del Masci fino al Centro Turistico Giovanile, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, imprenditori e numerosi Vescovi.

La mobilitazione alla quale hanno aderito oltre 2mila comuni oltre a associazioni della società civile, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, imprenditori e numerosi Vescovi, che. è stata ispirata al principio di precauzione per una nuova tecnica con enormi rischi potenziali di fronte ad una ricerca monopolizzata da pochi gruppi e grandi finanziatori. Secondo la Fao e l’Oms, infatti “attualmente esiste una quantità limitata di informazioni e di dati sugli aspetti della sicurezza alimentare degli alimenti a base di cellule per aiutare i regolatori a prendere decisioni informate”.

Il documento Fao/Oms analizza gli “Aspetti della sicurezza alimentare del cibo a base cellulare” definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali che ritengono anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. Fao e Oms individuano ben 53 rischi potenziali, dalle allergie al tumore, con la necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori ma vietati nell’attività di allevamento in Italia e si invita ad approfondire anche altri aspetti come “le questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza/accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura”. 

L’iniziativa di Coldiretti insieme a Campagna Amica e Filiera Italia ha il merito di aver acceso i riflettori su un business fino ad ora tenuto nascosto ma che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese, nei comuni, nelle regioni e in Parlamento che rappresenta la casa della democrazia. Il disegno di legge del Governo sarà infatti operativo solo dopo la discussione ed approvazione del Parlamento che la raccolta di firme vuole accelerare.

21 Aprile
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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