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Il primo colonialismo italiano al Festival delle Nazioni

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'Inquietudini ruggenti. Il primo colonialismo italiano' è il titolo del nuovo spettacolo di parole e musica prodotto dal 'Festival delle Nazioni'

'Inquietudini ruggenti. Il primo colonialismo italiano' è il titolo del nuovo spettacolo di parole e musica prodotto dal 'Festival delle Nazioni' insieme all’Associazione Culturale Laboratori Permanenti, che andrà in scena giovedì 24 agosto alle ore 21 nella suggestiva cornice del Cortile di Santa Chiara di Sansepolcro. La performance con testi a cura di Caterina Casini e Fabio Mangolini, sulla base della ricerca storica di Michele Casini, racconterà gli anni dell’inizio del colonialismo italiano con particolare attenzione alla colonizzazione italiana dalla fine dell’Ottocento agli anni Venti, attraverso un viaggio tra i racconti dei coloni, la visione e la propaganda pubblica, i contrasti, le differenze, le storie di coloro che partirono.

Uno spaccato inquieto di un’Italia poco nota, ricostruita anche grazie ai materiali custoditi nell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano. Le voci recitanti di Caterina Casini e Fabio Mangolini dialogheranno con le musiche in prima esecuzione assoluta composte da Mattia Novelli, che saranno eseguite da Paolo Vaccari ai flauti, Gianluca Piomboni ai clarinetti e Catherine Bruni al violoncello.

''Per raccontare questo periodo - spiega l’autrice e interprete Casini - siamo stati tentati dalla Storia e dalle storie quotidiane della gente, approfondendo i fatti raccontati dalle fonti ufficiali e cercando le memorie personali di chi quegli anni li ha attraversati. Abbiamo trovato tante voci molto diverse tra loro, e costruito una mappa territoriale e temporale per far affiorare e raccontare un momento della storia d’Italia poco noto, perché assorbito e risucchiato dall’avvento a posteriori del fascismo''. 

''Il colonialismo italiano dei primi anni era un tentativo, anche molto difficoltoso voluto dal Governo e promosso nella popolazione - prosegue l’autrice e interprete - con l’intento di trovare nuovi spazi di vita per gli italiani senza che si trattasse di emigrazione, in un’Africa come terra di rigenerazione, mitica, antitetica alla civiltà ma per questo salvifica''. ''Le musiche per lo spettacolo Inquietudini ruggenti sono costruite a partire da poche melodie o elementi generatori - racconta il compositore Novelli - ognuno dei quali è legato a un determinato personaggio o situazione. Per questo motivo ho cercato di scrivere abbracciando generi musicali diversi: si passa da semplici marcette dal carattere buffo a melodie dolcissime, da musiche in cui regna la confusione a brani statici e sospesi.

''Vi è poi un tema che rappresenta l’Africa in tutti i suoi aspetti e che, a seconda dell’arrangiamento fatto, rappresenta l’immensità delle sue terre - continua -l’agguerrito urlo dei suoi soldati o il pianto straziante delle donne rimaste vedove a seguito delle battaglie. Abbiamo inserito, poi, cinque brevissimi pezzi costruiti su alcuni estratti da La battaglia di Tripoli di Marinetti. L’apparente assenza di ritmo insita nella struttura metrica del testo viene, in qualche modo, incastrata su un’impalcatura musicale più ritmica ma pur sempre irregolare''. 

''I vari temi, come personaggi si incontrano, entrano in conflitto, si mescolano gli uni con gli altri, maturano e acquisiscono consapevolezza col passare del tempo - aggiunge la Novelli - L’obiettivo generale della musica è quello di sottolineare le contraddizioni caratterizzanti sia il particolare contesto storico, in cui il racconto della politica estera italiana offerto alla gente comune tramite la propaganda era profondamente distante da una realtà dei fatti spesso fallimentare e imbarazzante, che le emozioni e i valori dei personaggi, spesso traditi o delusi. A tale scopo, musiche che dovrebbero celebrare l’operato italiano assumono un sapore ridicolo, brani spensierati sono percorsi da una vena di inquietudine e il conflitto musicale, così come quello reale, vede un’Africa molto più protagonista e più organizzata del previsto''.

Attrice, regista, autrice e produttrice, Caterina Casini, che negli anni ha lavorato per il teatro, cinema e tv (collaborando, tra gli altri, con Giancarlo Sammartano, Renzo Arbore, Simone Spada e Jan Maria Michelini), nel 2001 fonda la Scuola Comunale di Teatro di Sansepolcro e nel 2003 l''Associazione Laboratori Permanenti', con cui produce spettacoli e attività di formazione anche insieme all’attore, regista, pedagogo e autore Fabio Mangolini. Il sodalizio artistico tra i due attori dura ormai da parecchi anni mentre è recente quello con il musicista e compositore Mattia Novelli, talentuoso artista formatosi alla Conservatorio di Ferrara.

1 anno fa
Foto: pixabay
Autore
Claudio Mascagni

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