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Kone e Mulattieri regolano il Como

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Il Frosinone si abbatte per 2-0 sulle fragili certezze del Como milionario, troppo modesto per essere vero, con le reti di Kone e Mulattieri

I soldi non fanno la felicità e forse non la costruiscono neppure, così l’anima genuina del Frosinone si abbatte per 2-0 sulle fragili certezze del Como milionario, troppo modesto per essere vero, con le reti di Kone e Mulattieri.

IL PRE-PARTITA - Oggi si presenta cupa, sotto una cappa di cielo plumbeo, con la minaccia della pioggia in costante attesa di rovesciarsi sul campo. Frosinone vista così è un po’ triste, ma è solo solidarietà con la vicina Arce: proprio ieri la piccola comunità a settanta chilometri dal capoluogo ciociaro ha annunciato di ricordare Serena Mollicone con un evento non stop dalle 14 alle 24. Così, le effigie della sfortunata ragazza assassinata nel giugno 2001 campeggiano tatuate lungo tutte le mura di cemento attorno al Benito Stirpe. Oh, il ricordo (e la rabbia) non che non ci fosse già prima, ma oggi, alla luce della maratona del ricordo, assumono un significato più sentimentale.

Frosinone-Como si presenta così, col tiepido sole di settembre che ha spostato gli orizzonti, del resto si ospita la squadra della città dove cade più pioggia durante l’anno. E in terra ciociara non passerà calcisticamente lo straniero ma il senso dell’ospitalità resta sacro. Ovviamente, finché si resta attorno a una tavola imbandita, la partita è invece un’altra storia.

Il tecnico ciociaro concede fiducia allo stesso undici che ha steso il Brescia e perso a Benevento: modulo e attori sono i medesimi (4-2-3-1), con Turati tra i pali, a sinistra Cotali a destra Oyono mentre centrali sono Lucioni-Szyminski; nella terra di mezzo Kone e Boloca a ideare gioco e arginare quello avversario, poi sull’out mancino spazio alla fantasia di Caso mentre a destra l’imprevedibilità di Rohdén, al centro Garritano e ariete Moro. In panca vanno i nuovi Insigne, Frabotta, Ravanelli e Sampirisi mentre Mazzitelli è ancora indisponibile. Sulle rive del lago più famoso della letteratura ancora in panca Guidetti al posto del malato Giacomo Gattuso, dopo lo stop interno col Brescia prova il 3-5-2 cambiando tre elementi, con Ghidotti in porta, la linea difensiva formata da Viganli a sinistra e Ioannou a destra, al centro Binks, in mediana Celeghin, Scaglia e Vignali (che prende il posto dello squalificato Arrigoni), sulle fasce a sinistra Parigini e a destra Kerrigan piuttosto che l’estroso Alex Blanco, in avanti confermati Mancuso-Cerri. Delusione per la mancata convocazione di Fabregas, ma in panca per i lariani ci sono Baselli e Cutrone, due autentici pezzi da A.

PRIMO TEMPO - Dimenticare Benevento, sembra essere questo il diktat in campo. Pronti e via, Caso sguscia sull’out mancino e scodella un cioccolatino per l’incornata (fuori misura) di Rohdén, ma c’è anche il Como che deve cancellare l’onta del derby perso col Brescia, così Turati miracolizza in uscita su Mancuso (6’). Ma è un miraggio, la partita la decidono i padroni di casa, i lariani sono mere comparse, con la fascia sinistra protetta quanto il buco dell’ozono: così pericoli e occasioni piovono da quel lato con Caso spesso supportato dall’avanzato Cotali, prima arriva un’inzuccata di Lucioni (12’) poi una telefonata di Kone (15’). Il Como appare svogliato, dietro la difesa a tre galleggia appena, Faragò, teorico cardine di cerniera con la mediana, passeggia in campo, così anche il più dilettante dei chiromanti può prevedere il vantaggio ciociaro. Che puntualmente arriva dalla parte sinistra (21’): Kone si stanca dei batti e ribatti della molle difesa lombarda, arpiona il pallone, se lo sposta sul mancino (e dove sennò?, col destro ci cammina appena) e buca il piccolo mondo lariano per il meritato vantaggio. Lo svantaggio sveglia (per modo di dire) il Como: la clamorosa occasione del pari viaggia sul tagliato cross di Kerrigan per la capocciata solitaria di Binks (32’), ma il difensore appoggia tra le docili braccia di Turati. I ciociari capiscono che non possiedono anima attendista, Grosso si sbraccia per alzare il campo e così Kone sgomma a sinistra (povero Vignali!) e scodella dall’altra parte per Rohdén che però si lascia ipnotizzare da Ghidotti (32’). E infatti è proprio il portierino classe 00 che tiene a galla i suoi: prima smanaccia una botta centrale di Kone su fuga solitaria di Moro (40’), poi sbarra la strada a un’accelerazione di Oyono (44’) servito dal fosforo di Boloca. Il Como pare in ritardo di condizione atletica, pare giunto in terra ciociara nel ruolo di sparring partner, si muove per forza d’inerzia piuttosto che per volontà, ma chiude la prima frazione col minimo danno.

SECONDO TEMPO – Guidetti capisce che ha una squadra in campo troppo sbiadita così al ritorno dagli spogliatoi butta in mischia Baselli per lo spento Celeghin e Cagnano per il fantasma Ioannou, optando per un più solido 4-4-2. Ma non cambia nulla: i comaschi provano a stringere li spazi, ad accorciare i reparti, ma difettano di tigna e di anima, così il Frosinone se ne sta ordinato con schemi e assi, con Boloca che insegna calcio. Grosso s’annoia così al 65’ sostituisce un francobollato Moro per un più mobile Mulattieri e Caso con Ciervo. Eppure la chance della rete capita pochi attimi dopo a Faragò (66’) che non capitalizza un erroraccio in disimpegno di Cotali. Il Como viene ridisegnato, con Blanco a sinistra, Kerrigan a destra, Mancuso al centro e Cerri quasi da trequartista avanzato, ma è davvero poca roba, Turati innesta il comando dell’ordinaria amministrazione, e i cambi confortano Grosso: Rohdén per vie centrali inventa per uno scatenato Ciervo bucando l’out destro, caramella per l’appoggio facile facile per l’accorrente Mulattieri e 2-0 (72’). Non c’è storia: fiato allora per Kone e Garritano, dentro Lulic e l’ex Latina Insigne. Così facile che l’anima autentica del Frosinone ha ragione di un Como sbiadito, zeppo di grandi nomi ma poca forma e zero sostanza. Torna il sole e diventa un pomeriggio inglese, con l'esordio stagionale di Sampirisi (89') e con gli applausi che scrosciano per un motivatissimo Ciervo e un volenteroso Insigne. Frosinone e Grosso possono pensare in grande. 

1 anno fa
Foto: frosinone calcio
Autore
Gian Luca Campagna

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