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Frosinone al minimo sindacale con superCaso

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I ciociari regolano il Pisa nell'esordio di Coppa Italia grazie a un'autorete provocata dallo scatenato fantasista

Le divinità del pallone si sono dimostrate più comprensive della Figc, così poco prima dello start del match del secondo turno di Coppa Italia ecco arrivare un acquazzone tropicale a rinfrescare campo e teste. Poi, si può anche giocare. Al di là dell’orario infame scelto (17.45), è venerdì 11 agosto, anche se la Ciociaria non è toccata dal mare la gente se ne sta a bagnomaria sulla costa pontina, così lo Stirpe non accoglie in massa per la prima ufficiale i suoi figli come cerimoniale imporrebbe. Poco, male si brinda al passaggio del turno successivo (Torino o FeralpiSalò), ma soprattutto il sold out si registrerà tra una settimana, quando in terra Ciociara assisteremo anche alla prima del Napoli campione d’Italia.

Il Frosinone è quello che ti aspetti, almeno nel disegno iniziale nella testa di DiFra: Turati tra i pali, coppia di giannizzeri centrali Romagnoli-Monterisi, a destra Oyono e sull’out opposto Marchizza, play Mazzitelli, anche se spostato appena più avanti, coadiuvato da Gelli, poi interno destro Harroui, sull’out mancino Caso mentre a destra corre Baez e testa d’ariete Borrelli, preferito a Cuni. Il Pisa di Alberto Aquilani è alla ricerca della giusta identità ma si gioca le sue carte, ha elementi di qualità e di pugna, come il centravanti Torregrossa e il sempreverde D’Alessandro.

Pronti e via, i canarini sono aggressivi, corrono, saltano al collo dei pisani come il mantra di DiFra impone. Così già al 6’ assistiamo a un copione che vedremo recitare spesso in campionato, Mazzitelli arpiona la palla, testa alta e lancio per Caso, studio della situazione, affondo e allungo, l’Hermansson di turno viene disorientato, palla nel mezzo e Leverbe, stressato dalla presenza di Borrelli, la mette dentro. È autorete, Frosinone in vantaggio. Il Pisa reagisce come può, con le sue armi: con una sassata da distanza siderale di Nagy (11’), poi sale Tramoni col suo dinamismo ma prima cicca una palla centrale (19’) poi uno stop a inseguire gli impedisce di trovarsi confidenzialmente con Turati (37’), ma è poca roba per urlare che il pareggio sia giusto. E sì, perché il Frosinone macina e rumina, con Caso mattatore, con i suoi dribbling, le sue finte, le sue accelerazioni, il modo di saltare l’uomo, come al 29’ quando ne uccella tre ma trova lo schermo di un provvidenziale Nicolas, o quando al 42’ ubriaca l’intero mondo pisano ma finisce per disorientarsi anche lui e non impatta la palla per un golazo di ispirazione sudamericana.

Lasciato in panca Cuni (entrerà nella ripresa ma non incide, apparendo un corpo estraneo), forse il Frosinone può scommettere su un ariete che aveva in casa, Borrelli, senza affannarsi a cercare altrove, anche perché il ragazzo lotta, le prende, le dà, forse ha solo necessità di continuità. Staremo a vedere, anche perché a questa squadra manca un finalizzatore naturale. Nel mantra personale di DiFra la corsa è tra i primi diktat lanciati alla sua truppa: l’intesa tra Harroui e Caso c’è e cresce, Mazzitelli veste i panni del leader cattedratico, Caso sa che la serie A è orfana di giocolieri e fantasisti quindi corre e dribbla in nome del suo futuro, Oyono mostra grande dinamismo difensivo e una buona propensione offensiva ma non osa, forse perché il sostegno di Baez è stato evanescente.

La ripresa parla nerazzurro. Aquilani alza il baricentro dei suoi, disegna un 3-4-3 che mette in difficoltà un Frosinone più compassato, fors’anche sornione. Sta di fatto che la zona centrale balla, più in mediana che in difesa, con i canarini (al pari dei pisani) che s’allungano, scappano Tramoni e Torregrossa ma non hanno l’instinct killer della punta, inzucca Canestrelli da ottima posizione ma è un difensore e la spedisce sul fondo, ci prova sempre Tramoni su percussione di D’Alessandro ma la mira resta quella da 0-0. Il Frosinone arretra con intelligenza, Mazzitelli non ha i polmoni della prima frazione, l’assistenza di Gelli è quella della dama di compagnia, preziosa quando il ritmo è da crociera ma non aspettatevi l’acuto, così DiFra spedisce in campo Brescianini e Gerritano per dare corsa e qualità in disimpegno, anticipati dall’ingresso del georgiano e di Cuni. Per il primo acuto di marca giallazzurra è necessario attendere il 72’ con una telefonata di Kvernadze su Nicolas, poi Garritano (87’) fallisce un facile tap in sempre su tiro del georgiano. Un po’ poco, okay, ma il Pisa è tenuto lontano dalle parti di Turati. Aquilani urla ai suoi di provare l’arrembaggio, con Tourè, Arena e Veloso chiamati a impattare il match. Ma non c’è tempo, regge la linea difensiva canarina, anche perché l’altro Tramoni, Lisandru, evita i supplementari divorandosi sul gong il pari con un pallonetto da dimenticare. Finisce qua, col Frosinone in attesa di sapere chi affronterà nel turno successivo e col Pisa che si mangia le mani.

11 Agosto
Foto: frosinone calcio
Autore
Gian Luca Campagna

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