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Nessun luogo è lontano con i libri

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Genova, capitale italiana del libro 2023, ospita il Book Pride: eventi, filosofie, relazioni per andare oltre la linea dell'orizzonte

Nessun luogo è lontano recita il claim di Book Pride Genova 2023. È Capitale italiana del Libro, la Superba. Sorrido al pensiero che la mia Latina col tifo contro dei suoi stessi concittadini si prepara al rush finale per entrare nel lotto delle finaliste di Capitale della cultura italiana 2026. Questione di dimensioni. Da una parte una metropoli di 600mila abitanti, per la metà attaccati allo scoglio come patelle - l’altra metà pronta a veleggiare verso orizzonti sconfinati come qualche secolo fa azzardò Cristoforo Colombo - dall’altra 130mila anime che si cullano tra palude, afa, natura selvaggia, monumentalità razionalista e una profonda sindrome di Peter Pan. Dicevamo del claim, nessun luogo è lontano. Prima, varcare la soglia immaginaria degli orizzonti era prerogativa assoluta dei libri, oggi abbiamo anche altri strumenti per sognare, ma quell’ammasso di fogli materiali e fisici che squaderniamo tra le dita resta il porto da cui i viaggiatori dell’immaginario prendono il largo.
Così, Genova ‘resta’ il punto di partenza per viaggiare, conoscere mondi e altrove con uno strumento vecchio (il libro) e con un modo vecchissimo e ancestrale, vale a dire il contatto  umano. Palazzo Ducale accoglie case editrici indipendenti, cuori pulsanti del movimento culturale italiano, abbraccia giovanissimi e appassionati, ti coinvolge con le classiche presentazioni a tu per tu degli autori, oltre a i reading che fondono nobili arti sportive (come la boxe), la più malinconica delle musiche (il blues) e quel vecchio modo di narrare, raccontare, ammiccare nel nome dell’empatia comunicativa come è stato lo spettacolo di Marco Pastonesi al Tiqu, civettuolo covo teatrale scagliato nell’anima dei carruggi. 
Ma è stato, quello di ‘Rocky Marciano Blues’, uno dei tanti momenti del Book Pride ideato, pensato e organizzato da Isabella Ferretti, anima della casa editrice 66Thand2nd, una ventata di ossigeno silvestre nel panorama editoriale tricolore. 
Dicevamo che nessun luogo è lontano. Certo, per gli automobilisti che macinano chilometri il richiamo del Book Pride genovese al format radiofonico di Matteo Caccia su Radio24 è una conferma di qualità, perché anche se nella vita di tutti i giorni giriamo come un cacciavite nello stesso foro (nel senso di piazza…) l’organizzazione ha pensato bene di declinare il weekend dividendo tra i diversi paesaggi (montagna, città e mare), dove però i confini non esistono, le linee di demarcazione sono solo nella testa, seppure i simboli restino elementi fondamentali per avere qualche punto di riferimento. Così, ecco che cime, incroci e boe sono emblematici in questo percorso. Niente non luoghi, sono banditi, qui è tutto identità e fusione, volontà di scambio e intrecci di dialogo. Prima di varcare la soglia di Palazzo Ducale, nel cuore di una Genova solare, calda e mediterranea, c’è l’imponente scultura di Gianni Lucchesi, un pensatore sull’alto di una colonna segnata da sequenze cubiche ispirate a Fibonacci, un filosofo che sull’orlo del pensiero è figlio delle sue azioni passate, vive il presente e riflette sulle scelte future. Niente moniti, solo un momento di riflessione, prima di entrare nel tempio della cultura. 
L’offerta editoriale abbraccia la montagna con le sue ‘cime’, intesa come luogo selvaggio, dai sentimenti ancestrali, dove ancora la natura domina l’arrogante ingegno umano; gli ‘incroci’ invece rappresentano per antonomasia le città, attraversate nella sua toponomastica da lame d’asfalto che producono bellezza e storture, tra biblioteche e carceri, tra cinema e discariche; poi, le ‘boe’, quegli appigli che galleggiano per forza d’inerzia in quel luogo orizzontale, fluido vitale, dove nasciamo, nuotiamo e poi siamo espulsi per affacciarci al mondo reale. Il mare resta, forse, il nonluogo per eccellenza, rete di passaggi transitori, ma eppure così ricco di storia, relazione e identità che si fondono, dove il canale di trasmissione più naturale resta il ponte. Il ponte tra le genti, quelle che animano e vivono cime e incroci. All’orizzonte compare il pensatore di Lucchesi, piazzato sulla colonna come un asceta, che scruta l’orizzonte. Intanto, viaggiamo, scopriamo, inebriamoci di vita. 
1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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