Il Grand Tour nella Paludi pontine in un convegno
‘I grandi viaggi’, sabato 18 febbraio alle ore 17.30 presso la chiesa San Michele Arcangelo a Sermoneta
Entra nel vivo la rassegna ‘La grande bellezza’, organizzato dall’associazione Anagtia e patrocinato dalla Regione Lazio, col secondo evento in calendario, dal titolo ‘I grandi viaggi’, sabato 18 febbraio alle ore 17.30 presso la chiesa San Michele Arcangelo a Sermoneta: saranno lo scrittore e poeta Dante Ceccarini e Sonia Testa, storica dell’arte, a raccontarci, con la vivida voce dell’attrice Amalia Tagliaferri i grandi viaggi del Grand Tour nel Lazio e nella provincia di Latina.
Si partirà dal raccontare che cos’era il Grand Tour, vale a dire quel lungo viaggio nell'Europa continentale, intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo, destinato a perfezionare il loro bagaglio culturale, con meta finale l’Italia. La Francia rappresentava il massimo dello stile, così i giovani britannici si mettevano in viaggio, attraversavano la Manica per arrivare a Calais, per liberarsi del loro comportamento grossolano, e adottare le buone maniere per diventare in patria autentici membri dell’aristocrazia. Sotto l'occhio attento del tutore, e curato dal valletto, il giovane cominciava il viaggio, si temprava nel tragitto fino a Parigi, poi qui ogni traccia dell'estrazione britannica veniva cancellata, grazie a un nuovo guardaroba completamente francese. Vestito come un parigino, ora era pronto per essere introdotto in società.
La meta finale era però l’Italia: da sempre scrigno di tesori a cielo aperto, rappresentava grazie all’eredità di Roma antica, con i suoi monumenti ma anche col suo colore, una delle destinazioni preferite.
Ma non c’era solo Roma. I viaggi del Grand Tour seicentesco e settecentesco, quando il territorio pontino era una grande palude e acquitrino maleodorante e mortale vivevano attorno alla Via Appia. Il punto di riferimento infatti era sempre la Regina Viarum, che era nel ‘700 la meta di transito dei giovani e dei nobili per arrivare a vedere, ammirare e visitare Roma, ma poi proseguire giù verso Napoli e Palermo. La provincia di Latina all’epoca era invasa dalle Paludi Pontine e alcune cittadine erano meta di sosta prima di arrivare alla Città Eterna, zone pericolose non solo per l’ostilità del territorio ma anche per la presenza di feroci briganti. Eppure i più grandi scrittori come Dickens, Goethe, Stendhal, Montesquieu, Byron, Shelley, hanno narrato la bellezza e la suggestione di luoghi come Cori, Sermoneta, Ninfa, Terracina, Cisterna, Itri, Fondi, località che si trovavano sull’asse della vecchia Appia, per poi giungere in Campania.
E l’incontro si concentrerà su questa parte, resa immortale non solo dal testo di Wolfang Goethe ‘Viaggio in Italia’, ma da tutti gli altri stralci lasciateci da autori, artisti, ambasciatori, intellettuali, pittori che dopo aver visto Roma non avevano timori nel proseguire il viaggio verso Sud.
Si partirà dal raccontare che cos’era il Grand Tour, vale a dire quel lungo viaggio nell'Europa continentale, intrapreso dai ricchi dell'aristocrazia europea a partire dal XVIII secolo, destinato a perfezionare il loro bagaglio culturale, con meta finale l’Italia. La Francia rappresentava il massimo dello stile, così i giovani britannici si mettevano in viaggio, attraversavano la Manica per arrivare a Calais, per liberarsi del loro comportamento grossolano, e adottare le buone maniere per diventare in patria autentici membri dell’aristocrazia. Sotto l'occhio attento del tutore, e curato dal valletto, il giovane cominciava il viaggio, si temprava nel tragitto fino a Parigi, poi qui ogni traccia dell'estrazione britannica veniva cancellata, grazie a un nuovo guardaroba completamente francese. Vestito come un parigino, ora era pronto per essere introdotto in società.
La meta finale era però l’Italia: da sempre scrigno di tesori a cielo aperto, rappresentava grazie all’eredità di Roma antica, con i suoi monumenti ma anche col suo colore, una delle destinazioni preferite.
Ma non c’era solo Roma. I viaggi del Grand Tour seicentesco e settecentesco, quando il territorio pontino era una grande palude e acquitrino maleodorante e mortale vivevano attorno alla Via Appia. Il punto di riferimento infatti era sempre la Regina Viarum, che era nel ‘700 la meta di transito dei giovani e dei nobili per arrivare a vedere, ammirare e visitare Roma, ma poi proseguire giù verso Napoli e Palermo. La provincia di Latina all’epoca era invasa dalle Paludi Pontine e alcune cittadine erano meta di sosta prima di arrivare alla Città Eterna, zone pericolose non solo per l’ostilità del territorio ma anche per la presenza di feroci briganti. Eppure i più grandi scrittori come Dickens, Goethe, Stendhal, Montesquieu, Byron, Shelley, hanno narrato la bellezza e la suggestione di luoghi come Cori, Sermoneta, Ninfa, Terracina, Cisterna, Itri, Fondi, località che si trovavano sull’asse della vecchia Appia, per poi giungere in Campania.
E l’incontro si concentrerà su questa parte, resa immortale non solo dal testo di Wolfang Goethe ‘Viaggio in Italia’, ma da tutti gli altri stralci lasciateci da autori, artisti, ambasciatori, intellettuali, pittori che dopo aver visto Roma non avevano timori nel proseguire il viaggio verso Sud.
1 anno fa
Se vuoi commentare questo articolo effettua il login.
Risposta
Commenti