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C’era una volta la Juve, club che oggi accoglie gli infortunati

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L’esordio in Champions League contro il Psg non vedrà in campo Di Maria e Pogba, big entrambi infortunati. Sulla panca dei parigini quel Galtier difensore nel Monza

C’era una volta la Juventus. Non è un de profundis, ma una riflessione va posta una volta per tutte. E confezionarla alla vigilia della prima partita dei bianconeri nella Champions League di oggi con l’avversario candidato numero uno alla vittoria finale è doverosa. Il Paris Saint Germain è la squadra da battere di questo torneo ma è anche la formazione che ha sfoltito la rosa cedendo un paio di giocatori alla Juventus: Di Maria (infortunato) e Paredes ne sono i testimonial, più in passato recente Rabiot e Kean. Ecco, arriviamo al punto: fa sempre sorridere quando un club acquisisce le prestazioni di calciatori ex di una grande e ambiziosa società, i tifosi gioiscono di questi arrivi come se fosse naturale che una parte si privi delle sue qualità per rafforzare un avversario. Meditiamo, gente. Fatichiamo a credere che club come Real Madrid, Barcellona, Psg (appunto) e Bayern Monaco ma anche Chelsea, Liverpool e i due Manchester cedano propri gioielli per indebolirsi, forse per incensare il fair play finanziario (forse) ma mai se questi sono ancora dei cavalli di razza. Così qualche dubbio è lecito porselo. Anni fa, il Psg cedette alla Roma, pur col volere contrario dell’allora testimonial Francesco Totti, Javier Pastore, che non brillò nell’unica stagione in giallorosso, perché non integramente in forma (e siamo eleganti). E oggi l'infortunio di Di Maria? L’esterno argentino ha forse i muscoli fragili, al di là delle 34 primavere? Tralasciando Paredes (e Rabiot), che dovrebbero stare lì nella terra di mezzo per la pugna di stasera, l’altro grande infortunato in casa bianconera è Pogba. Certo, qui la Juve all’epoca prelevandolo dall’Utd concluse un affare, per poi cederlo di nuovo ai diavoli rossi a suon di milioni per poi riprenderselo questa estate, appurando però che il francese proprio poche ore fa si è operato al ginocchio, procrastinando il suo esordio con la maglia bianconera addirittura al 2023. Circoscrivendo questo discorso solo ai big, Bremer (via Torino) è integro come Milik, il centravanti che assieme a Vlahovic dovrà specchiarsi stanotte al Parco dei Principi al trio delle meraviglie Messi-Neymar-Mbappè, un tridente di meravigliosa globalizzazione.

Restando nell’ambito delle curiosità, tra i parigini troviamo due italiani, come il portiere Donnarumma e il centrale tutto fosforo Verratti; in panchina quel Christophe Galtier che ha chiuso la carriera di difensore in Italia, disputando un tormentato campionato di B nella stagione 97/98 con la maglia del Monza, avendo avuto come allenatori Gigi Radice, Bruno Bolchi e Pierluigi Frosio mentre come compagno di squadra quel Roberto D’Aversa che poi diventerà allenatore anche lui. Galtier, che come nome richiama a paragoni estetici da coiffeur, in realtà è un tipo tosto: lo dice il suo cv, avendo vestito la maglia dell’Olympique Marsiglia, allenato in piazze come Bastia e Nizza (e la stessa Marsiglia), dove la pressione è alta, poi vanta un recentissimo campionato vinto col Lilla, beffando proprio i milionari parigini. E quando si pensa alle cessioni di giocatori di grandi club ad altri grandi club il termine beffa è appropriato. 

1 anno fa
Foto: juventus calcio
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