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Lippi, no al Mondiale ogni 2 anni e allarme talenti sudamericani

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L'ex ct della nazionale italiana campione del mondo 2006 boccia l'idea di Infantino e analizza un vulnus sulla situazione dei tesserati in SudAmerica

La proposta di svolgere il Mondiale di calcio ogni 2 anni raccoglie sempre meno consensi da parte del mondo del calcio. La proposta di Infantino, presidente Fifa, lanciata qualche settimana fa continua a far discutere, sonoronamente bocciata da chiunque affronti il tema.

Anche Marcello Lippi, ct della nazionala italiana campione del mondo 2006, si è espresso. 

"C'è già una competizione importante ogni due anni, in alternanza Mondiale ed Europeo con la Coppa America. Con l’aggiunta della Champions League a ogni stagione. Come può essere seria una discussione di questo tipo? Lasciamo perdere...": il ct della Nazionale italiana campione del mondo nel 2006, Marcello Lippi, si esprime così sulla proposta della Fifa di disputare il mondiale ogni due anni.

"Le soste per le Nazionali influenzano molto i vari campionati, soprattutto per chi ha diversi sudamericani in squadra -prosegue Lippi al 'Corriere dello Sport'-. La colpa credo che sia delle confederazioni che non hanno voluto cambiare la formula delle loro qualificazioni. I sudamericani giocano il giovedì sera, che da noi è l'alba di venerdì. Come fanno a prendere un volo il venerdì, arrivare in Italia sabato mattina ed essere schierati la domenica? Le società europee non ingaggeranno più giocatori sudamericani, mettendo in crisi il sistema di quei Paesi, che vive proprio della cessione dei talenti".

2 anni fa
Autore
Claudio Mascagni

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