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Sliding doors Cuni e il Milan vince 3-1

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Il Frosinone perde a San Siro ma dopo la clamorosa occasione sciupata il Diavolo passa al tramonto del primo tempo

Milan-Frosinone finisce 3-1 ma pesa lo sliding doors del 42’, quando Cuni avrebbe potuto realizzare il clamoroso vantaggio ciociaro e invece arriva la rete rossonera. Haivoglia a morderti le mani fino ai gomiti ma è la cinica legge del calcio.

Formazioni rattoppate tra infortuni e squalifiche, scelte obbligate per DiFra e Pioli. DiFra disegna la formazione migliore: Okoli e Romagnoli è la coppia centrale, Monterisi si sposta a destra, Oyono sulla fascia opposta, Barrenechea basso a cerniera, poi sulla corsia destra Bourabia e Soulè, sull’asse mancino Renier e Ibrahimovic, in avanti Cuni.

PRIMO TEMPO - L’emozione è poca. Ormai i ciociari sono di casa a San Siro. Dopo l’Inter tocca al Milan. Ed è spavaldo il Frosinone, almeno per i primi minuti, fronteggia il Diavolo perché poi, sulla carta, non è così brutto come lo si dipinge: ha il morale sotto i tacchetti, qualche infortunio di troppo si avverte e le crepe verso Pioli appaiono solchi. Ma è sempre il Diavolo. E così dopo qualche manciata di minuti, i rossoneri avanzano il baricentro quasi chiudendo i canarini nella propria metà campo. Ma è solo illusione, nel senso che il Milan fatica a trovare soluzioni offensive degne di cronaca e il Frosinone è guardingo, non disdegnando le sortite dalla trincea. È Romagnoli a far venire i brividi a Turati quando devia una palla dello scatenato Musah (11’), ma è la sola annotazione degna di nota, coi ciociari che controllano con personalità, come quella di Oyono che ara il campo fino a staffilare verso Maignan sbagliando di poco il colpo (32’). Poi, arriva la vecchia legge del calcio tra gol divorato e gol subito (42’): Tomori è l’estrema bandiera della difesa rossonera ma si lascia soffiare il pallone da Cuni. È lo sliding doors della prima frazione: Cuni  sciupa una palla d’oro lasciandosi ipnotizzare da Maignan e su ribaltamento di fronte Jovic sigla il vantaggio del Diavolo, segnando la prima rete in rossonero, grazie all’assist di Romagnoli che impenna di testa il cross di Chukwueze. Non solo sliding doors ma anche un cinico replay: a San Siro alla fine del primo tempo arriva come contro l’Inter il vantaggio del Milan. Che peccato.

SECONDO TEMPO – Fuori Bourabia e dentro l’ex Brescianini: questa è la prima contromossa di DiFra per cercare una reazione dopo lo svantaggio maturato al tramonto della prima frazione. Ma la teoria resta dentro lo scrigno dello spogliatoio, Pulisic sgomma via su Monterisi ma la capocciata di Chukuwu è da meta (48’). Ma è questione di attimi su una colossale ingenuità ciociara: direttamente dai piedi di Maignan ecco l’assist a Pulisic, che s’insinua centrale, beffa prima un Romagnoli in netto ritardo (al pari di Monterisi), resiste al ritorno di Okoli e beffa Turati in uscita. Uno contro tre su una voragine al centro. Fotocopia come contro l’Inter: svantaggio alla fine della prima frazione e seconda rete subita al 50’. Il Frosinone ci prova però a reagire, soltanto che Soulé per raccattare qualche pallone giocabile deve scendere fino alla propria trequarti, ma quello che manca a questa squadra è un centravanti, Cuni continua a ricevere il pallone spalle alla porta e vive sempre un attimo di ritardo la partita. Al 65’ DiFra rompe gli indugi per spostare l’inerzia di un match congelato: dentro Caso e Kaio Jorge. Cambia poco se perdi con due o tre reti di scarto, almeno ci provi. Ma non è così. Manca lo  spunto, Caso sulla corsia sinistra non ha scatto e fisico, è guardato a vista, Barrenechea fatica a uscire con qualche spruzzata d’idea, Soulé si danna ma è più ardore che intuizione questa sera, Gelli prova a portare qualità ma le maglie rossonere sono strette, anzi strettissime. Tant’è che alla fine arriva pure il 3-0: il cross di Theo Hernandez trova l’avvitamento di Jovic che la mette in mezzo, Romagnoli si lascia sgusciare via Tomori che l’appoggia dentro. Male il centrale ciociaro, molto male: ha messo lo zampino in tutt’e tre le reti rossonere. Poi, c’è gloria per Brescianini, che trova la rete della bandiera in modo molto casuale, direttamente su piazzato, con la sagra del liscio dei difensori rossoneri, in particolare Hernandez, e il mancato tocco di Okoli (82’). Ma in verità è poca gloria a San Siro per il Frosinone, che nel primo tempo aveva dimostrato di essere più organizzato del Milan, restano le luci e resta il rammarico di quella clamorosa occasione sciupata prima del vantaggio rossonero, anche perché in serie A, contro squadre d’alta classifica, chance come queste te ne capitano mezza, Cuni invece l’ha avuta colossale ma ha preferito divorarla.

 

2 Dicembre
Autore
Gian Luca Campagna

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