Vento, sole, correnti e maree: ecco l'energia del futuro
Garantirebbero una produzione di 25,5 TWh, pari al 7% del fabbisogno elettrico nazionale
Vento, sole, correnti e maree, le energie rinnovabili dal mare costituiscono una grande opportunità: 8,5 GW al 2030 garantirebbero una produzione di 25,5 TWh, pari al 7% del fabbisogno elettrico nazionale, un risparmio di quasi 13mila tonnellate di CO2 e 2,2 MTEP di petrolio, 145mila nuovi posti di lavoro con un investimento di circa 25 miliardi di euro. È stata presentata Aero, l’associazione delle energie rinnovabili offshore, presieduta da Fulvio Mamone Capria e fondata da 13 grandi aziende, impegnate nella filiera italiana legata alla realizzazione degli impianti di produzione energetica in mare e nella logistica marittima e portuale.
Le aziende fondatrici sono: Acciona Energia, Agnes, BayWa r.e. Progetti, BlueFloat Energy, Fred Olsen Renewables, Galileo, Gruppo Hope, Isla, M.S.C. Sicilia, Renantis, Repower Wind Offshore, Saipem e Tozzi Green.
"Con i suoi 8.300 chilometri di coste, la sua rete portuale e una posizione baricentrica nel bacino del Mar Mediterraneo, l’Italia può e deve giocare un ruolo di primo piano nella promozione e nello sfruttamento delle Energie Rinnovabili Offshore. La creazione di nuove professionalità e posti di lavoro, l’opportunità di investimenti infrastrutturali nelle zone portuali e di sviluppo di una nuova filiera industriale italiana, nel rispetto dell’ambiente e coinvolgendo le comunità locali, sono i nostri principali obiettivi. Al governo chiediamo di elaborare un piano di gestione dello spazio marittimo, di approvare gli accordi relativi alle Zone Economiche Esclusive con i Paesi confinanti e di pianificare idonei interventi infrastrutturali nelle zone portuali strategiche", dichiara il presidente di Aero, Mamone Capria.
"Le fonti green costituiscono non solo una risposta all’esigenza della lotta al cambiamento climatico, ma anche alle questioni legate alla sicurezza energetica, alla creazione di competenze professionali e know how che saranno sempre più richieste con la transizione ecologica - sottolinea il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto - Il compito del ministero è velocizzare, per le parti di nostra competenza, le procedure autorizzative per garantire tempi certi alle imprese che investono. Il nostro obiettivo è di superare, a partire dal 2023, i 10 Gigawatt di impianti autorizzati e installati, al fine di produrre entro il 2030 i due terzi della nostra energia da fonti rinnovabili. Per un’Italia sempre più verde, pulita e libera da soffocanti vincoli burocratici".
Alla presentazione della nuova associazione è seguito un confronto con rappresentanti del mondo della politica, delle istituzioni centrali e locali, della finanza, dell’industria dell’energia e della logistica, dell’ambientalismo e della pesca. L’evento si è aperto con il saluto da remoto del direttore generale di Irena, Francesco La Camera, che ha dichiarato che "nel 2022 su 295 GW di nuova capacità installata da energia rinnovabili, circa 35 GW arrivano dall’eolico offshore, ma è necessario triplicare questi risultati con uno sforzo comune per rispettare gli obiettivi di Parigi". Dal Ceo di WindEurope, Giles Dickson, è arrivato un convinto sostegno all’attività dell’associazione e dall’analista di WindEurope, Giuseppe Costanzo, un appello al governo a chiudere al più presto il decreto Fer2 guardando già al successivo, Fer3: "È un obiettivo necessario per arrivare ai circa 9 GW da installare. Bisogna intervenire sugli iter autorizzativi: basti pensare che a Taranto ci sono voluti 14 anni per finire il primo impianto eolico in mare, il Beleolico. È una tempistica che non possiamo permetterci".
Ha fatto seguito poi una tavola rotonda che ha visto protagonisti il presidente della Commissione Via Vas e Pnrr Pniec, Massimiliano Atelli, la responsabile clima e conversione ecologica del Pd, Annalisa Corrado, il vicepresidente della stazione Anton Dohrn, Silvio Greco, affrontando i diversi aspetti legati all’importanza dello sviluppo dell’eolico offshore e della necessità, da un lato, di creare una sinergia tra privato e pubblico per favorire l’apporto delle energie rinnovabili offshore alla produzione elettrica italiana e, dall’altro, di comunicare ai cittadini e alle associazioni le potenzialità di queste infrastrutture anche in termini sia di occupazione di posti di lavoro specializzati che di tutela dell’ambiente marino. Greco ha illustrato "lo scenario attuale di alcuni nostri mari, dove la biodiversità soffre per inquinamento, traffici marittimi e pesca illegale, e le prospettive di creazione di enormi aree marine, dove si realizzeranno i campi di eolico offshore, destinate alla riproduzione e alla protezione delle specie marine".
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