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Che cos’è il paradosso di Teseo?

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Ha a che fare con cambiamenti e sostituzioni ma resta dominante il concetto dell'identità

Che cos’è il paradosso di Teseo? Noto sin dai tempi degli antichi greci, già noto ai tempi di Plutarco, esso si rifà all’eroe Teseo, figlio di Poseidone e conosciuto per le leggende che lo legano alla vittoria sul toro di Maratona, sul minotauro del labirinto di Cnosso, sulla scrofa di Crommio e su altri feroci briganti.

Ma torniamo al paradosso, che può essere applicato a uso comune. Innanzitutto, il paradosso della nave di Teseo esprime la questione metafisica dell'effettiva persistenza dell'identità originaria, per un'entità le cui parti cambiano nel tempo. Nel senso se un tutto unico rimane davvero se stesso (oppure no) dopo che, col passare del tempo, tutti i suoi pezzi componenti sono cambiati (con altri uguali o simili).

Immaginiamo, così una nave sottoposta nel tempo a continue riparazioni e sostituzioni dei suoi elementi (ma l’esempio si può estendere anche ai tempi giapponesi, realizzati in legno), nel corso di queste operazioni ogni parte originale della nave viene rimpiazzata da una nuova. Ebbene, sostituendo di continuo i pezzi deteriorati la nave è la stessa? Qualcuno potrebbe dire di sì, perché la nave continuerebbe ad assolvere alla sua funzione, ma è anche vero che la nave non è più la stessa, essendo i pezzi piano piano sostituiti del tutto.

Ora immaginiamo che tutte le parti originali vengano sostituite e impiegate per costruire una seconda nave: ora ci ritroveremmo davanti al quesito che ci sarebbero due navi che rivendicano il nome di nave di Teseo.

2 Aprile
Foto: pixabay
Autore
Gian Luca Campagna

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