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Dalla pasta antifascista alle puttanate

piatto di pasta

Una polemica estiva rilancia il mito del consumo di pasta. Puttanate incluse

Si sa, a tavola (e a letto) è tutto lecito. E la storia della cucina è autentica cultura. Se poi abbracciamo la pasta, simbolo della tavola italica, non ne usciamo più. Lo spunto viene dal deputato di Bolzano Alessandro Urzì (FdI), sufficientemente adirato perché il paesino Ville di Fiemme ha organizzato per l’estate un incontro conviviale chiamato la 'pastasciutta antifascista', richiamando il gesto dei fratelli Cervi che all'indomani della caduta del Gran consiglio del Fascismo offrirono ai propri concittadini di Campegine (Reggio Emilia) quintali di pasta condita con burro e parmigiano, condimento (povero e semplice, ma i tempi erano quelli che erano) che celebrò la fine della dittatura, in risposta anche alle critiche espresse da Filippo Marinetti che aveva boicottato la pasta in favore del riso nel suo ‘Manifesto della cucina futurista’. Ma torniamo al presente, con il deputato Urzì che sui social posta un contrariato “Altro che monti, boschi, architetture rurali splendide, passeggiate? No! Per il Comune di Ville di Fiemme e soprattutto la Pro Loco vai in vacanze in val di Fiemme per la “pastasciutta antifascista!”. Peccato l’ignoranza del deputato perché quel tipo di piatto è chiamato nel gergo anche ‘pasta dei cornuti’, per la velocità con cui si prepara e la povertà proprio degli ingredienti, messo su da una donna che dedicava più tempo all’amante che alle faccende domestiche. E immediata è stata la risposta del senatore autonomista, suo concittadino, Luigi Spagnolli, che ci ha ironizzato su con un "Forse preferisce la pasta Balilla". Touché, probabilmente.
Sembra una puttanata, ma nell’Italia del sole feroce che colpisce alla testa indistintamente rappresentanti di ogni partito, questa querelle rievoca la pasta alla puttanesca. Sapete come è nata? Di origine laziale e campana, è una pasta che mixa pomodori, olive nere, capperi, aglio, origano, acciughe e olio d’oliva. Insomma, il trionfa della mediterraneità. Sia a Roma che a Napoli l’origine scava nelle case di piacere, piatto veloce per rifocillare clienti e donnine, come ha raccontato Arthur Schwarz nel suo ‘Naples at table’, anche se è Ischia a intestarsi questo piatto, pare inventato dal gestore Sandro Petti, che, sprovvisto di molte materie in cucina, fu sorpreso dalla fame dei suoi ospiti, che gli intimarono un “prepara una puttanata qualsiasi”. Quei pochi casi in cui dalle puttanate escono cose meravigliose.
4 Luglio
Autore
Gian Luca Campagna

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