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Astor e un secolo di tango al Regio di Parma

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Il 'Tango' di Piazzolla firmato Valerio Longo a Parma il 29 gennaio

In scena al Teatro Regio Parma, il 29 gennaio, 'Astor, un secolo di tango', l'ultimo spettacolo firmato dal coreografo e regista Valerio Longo per il Balletto di Roma, al bandeon le musiche dal vivo eseguite da Mario Stefano Pietrodarchi. I costumi per l'occasione sono firmati da Silvia Califano. Un viaggio tra le sonorità e le suggestioni del tango attraverso le musiche, le radici, l’esperienza umana e il percorso artistico del compositore che ha rivoluzionato questo genere musicale. Prodotto in occasione del centenario della nascita di Astor Piazzolla, celebrato l’11 marzo 2021, lo spettacolo rievoca le radici profonde del tango andando oltre la sua purezza tecnica e rituale. Nato nei sobborghi di Buenos Aires dagli scambi tra diverse culture, lingue, tradizioni musicali portate con sé da chi approdava in quei porti durante le ondate migratorie di fine ’800, il tango ricorda qual è stato il percorso che ha unito e continua a unire umanità distanti, infrangendo barriere, oltrepassando oceani e confini. Ed è proprio il viaggio il fondamento dell’esperienza umana di Astor Piazzolla, figlio di una generazione di italiani emigrati in Argentina, cresciuto dall’età di quattro anni a New York.

Una vita continuamente in viaggio e un’identità costantemente in bilico tra il paese d’origine, gli Stati Uniti, l’Europa. Questo dialogo tra mondi lontani si riflette nella sua opera, in grado di rompere gli schemi formali del tango viejo portando con sé l’eredità classica degli studi classici giovanili, l’incontro con il jazz ed il blues, fino ad accogliere le sperimentazioni degli anni ’70-’80. "Il mare - spiega una nota del BdR - è il fil rouge che unisce o separa nuovi mondi e speranze. Uno spazio immenso da attraversare dove si rischia di perdersi, vortice di riflussi e moto ondulatorio che scandisce il ritmo di partenze e ritorni. Un soffio, un respiro, quasi una parola, ci sveleranno la fragilità dell’uomo Piazzolla, ma anche quella di tutti noi che abbiamo subìto oggi una distanza forzata, una relazionalità dematerializzata, un contatto interrotto, una vita spezzata". In scena i danzatori Paolo Barbonaglia, Cecilia Borghese, Roberta De Simone, Alessio Di Traglia, Serena Marchese, Francesco Moro, Lorenzo Petri, Giulia Strambini danno corpo a quel viaggio in cui respiri, abbracci e fusioni sono al centro di azioni coreografiche astratte e fuse nel moto ondulatorio del bandoneón in un continuo perdersi e ritrovarsi che scandisce, in un ritmo incessante di partenze e ritorni, le storie di coraggio e di speranze dei viaggiatori di ieri e di oggi.

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"Un concerto da cui fioriscono corpi capaci di esprimere l’audacia di un respiro mancato e quella di un abbraccio negato: primo atto d’amore dopo una violenza che tutto ha spazzato via, tranne la voglia di stringersi e ritrovarsi", spiega ancora la nota. Come un taccuino di viaggio, dunque, 'Astor, un secolo di tango' ripercorre gli incontri, le amicizie e le influenze che hanno segnato la vita del compositore non solo attraverso la sua opera, ma anche attraverso le musiche che hanno segnato la sua epoca. "Così è nata una vera e propria colonna sonora – scrive il compositore Luca Salvadori, che ha curato gli arrangiamenti delle musiche – fatta principalmente dalle sue musiche indimenticabili, ma anche da altre, che lo hanno accompagnato e a volte influenzato". Una serie di tracce e di memorie che provano a divenire racconto, ad allargare lo sguardo sui luoghi e le epoche in cui Astor Piazzolla è cresciuto e maturato come uomo e come artista. È il caso della musica di Johann Sebastian Bach, che appare a ricordarci il suo viaggio a Parigi nel 1954 quando si recò nella capitale della cultura europea di allora per studiare con la compositrice e organista Nadia Boulanger. O della musica di Glenn Miller, che ci riporta ai suoi anni difficili a New York, quelli in cui Piazzolla incontra e conosce la straordinaria cultura afroamericana del jazz. Mentre la celeberrima Volver di Carlos Gardel ricorda le sue prime esperienze musicali – quando incontrò Gardel aveva solo 12 anni – e la voce di Jorge Luis Borges ci ricorda la collaborazione con il più grande scrittore argentino e il loro legame complesso e innovativo con la tradizione del Tango.

2 anni fa
Foto: pixabay
Autore
Redazione

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