Le feste, il tempo libero e il sonno della ragione
Ho sentito un mio amico imprenditore che si lamentava di tutti questi giorni segnati di rosso sul calendario
Ho sentito un mio amico imprenditore che si lamentava di tutti questi giorni segnati di rosso sul calendario. Dal 25 aprile al 1° maggio l’Italia si ferma, c’è la volontà e il piacere di celebrare eventi e anniversari con ponti lunghi e lunghissimi. Poi, la singolarità è che due straordinarie feste come quella della liberazione dal nazifascismo e la celebrazione del lavoro da noi sono a quasi esclusivo appannaggio della sinistra, che a ragione, seppure in maniera parziale, ha attratto ideali e sacri principi. Sbaglia ovviamente chi si autoesclude, anche se arredare di steccati queste due feste stona in nome di un autoinvestimento di patria paternità che invece dovrebbe essere soprattutto di partecipazione e condivisione. Stessa bellezza si celebra in Spagna: il 1° Maggio ovviamente è la festa del lavoro, ma i successivi 2 e 3 è ancora festa nazionale, perché si celebra la rivolta della popolazione madrilena verso le truppe napoleoniche. Ed è una festa di grande sentimento popolare, perché l’insurrezione contro i francesi partì dal popolo, senza l’appoggio delle truppe reali, indifferenti e impaurite. Finì in una cupa repressione, perché da una parte avevamo gente armata di coltelli e bastoni dall’altra professionisti della guerra come i mammelucchi. Di quei moti insurrezionali resta il meraviglioso dipinto di Francisco Goya ‘La fucilazione del 3 maggio 1808’, anche se il pittore aragonese è ricordato soprattutto per l’acquaforte sul sonno della ragione capace di generare mostri, datato 1799. Ecco, in giornate di festa e quindi di tempo libero dedichiamoci alla riflessione: la fantasia se lasciata delirare produce a elementi inesistenti, se invece la ragione si unisce alla creatività, in quell’intimo connubio tra regola e genio, avremo la forza e la lucidità per affrontare qualsiasi sfida.
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