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Stirpe elabora subito il lutto. Grosso è già passato

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Il presidente del Frosinone parte dai progetti funzionali alla sua creatura e alla crescita del territorio

L’elaborazione del lutto è durata appena 48 ore. Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone tira dritto per la sua strada. Fabio Grosso appartiene già al passato, per chi è abituato a costruire il futuro sa bene che è una questione di uomini al posto giusto al momento giusto, quindi non è un nome a frenare la strategia per la stagione 2023-24 del Frosinone. “A Fabio Grosso va tutta la mia gratitudine per la gioia fatta vivere per questo campionato da record, ma procediamo, anche perché l’identikit è stato già tracciato: l’allenatore del Frosinone deve proporre un calcio propositivo, magari un 4-3-3 e che sappia lavorare coi giovani” sono le uniche cose che il presidente Stirpe si è lasciato sfuggire in conferenza stampa, per il resto il numero uno giallazzurro ha tracciato un bilancio del ventennio in cui riveste questo ruolo, ricco di soddisfazioni sportive. “La prima volta che ho calcato il Matusa da presidente l’erba era alta 1 metro” ricorda, come dire ‘guardate ora, abbiamo uno stadio di proprietà, in serie A, toccata per la terza volta’. Ecco, se la stampa si aspettava delle indiscrezioni sul nuovo tecnico be’ è rimasta delusa, c’è ancora da attendere, anche se sul tavolo della dirigenza ciociara stazionano da giorni nomi importanti. Il presidente Stirpe ha voluto disegnare il quadro del nuovo Frosinone, magari “creando una creatura che si spersonalizzi dal suo proprietario”, come a lasciare un’eredità importante, anche se poi si tradisce nelle parole, ben sapendo quanto sia Giano bifronte nella successiva affermazione “se ci salveremo il merito sarà dei dirigenti e della squadra, se si retrocederà i demeriti saranno solo i miei”: e quindi parla, il presidente, di un campionato da vivere con dignità, “perché ancora non ho capito se è più difficile salire in serie A o restarci”. Probabilmente la seconda, caro presidente, considerato che la permanenza nella massima serie è rimasta solo nelle intenzioni. Da imprenditore che ha ruoli importanti nei vertici di Confindustria Maurizio Stirpe sa che stavolta nella massima serie non può fallire, la sua società calcistica (ma anche la piazza, questo va ribadito) ha maturato l’esperienza idonea per recitare un ruolo non da comparsa. Solo una cosa chiede il numero uno: “vincere giocando bene”, che significa esaltare quel senso dell’estetica che fa apprezzare una squadra di calcio non soltanto tra i propri tifosi, ma conquistando anche la stima oggettiva di chi apprezza lo sport che resta la più longeva seduzione di massa di cui si abbia testimonianza, tant’è che “solo una cosa ribadirò ai ragazzi che vanno in campo. Divertitevi per far divertire la gente” aggiunge Stirpe. E così il messaggio risulta ancora più chiaro: l’allenatore non è che una costola dello Stirpe-pensiero, a dispetto dell’ex Grosso e dei papabili Di Francesco, Pirlo o D’Aversa. Si apre un nuovo corso, “magari guardando all’Empoli” sottolinea, disegnando e concretizzando nel giro di 18 mesi quelle infrastrutture che porterebbero anche Frosinone-città in serie A, come una tribuna stampa più consona per certi palcoscenici, un centro sportivo e di fisioterapia all’avanguardia, un tratto stradale accogliente per le tifoserie ospiti, creando un sentimento osmotico tra la città e la squadra, vero obiettivo della famiglia Stirpe, che resta quello di riempire in ogni ordine di grado e di posto lo stadio. Perché il calcio continua a esercitare un profondo potere seduttivo. Ora la mission del presidente Stirpe è quella di sedurre (ulteriormente) un intero territorio. Già sappiamo che su questo non faticherà. 

16 Giugno
Autore
Gian Luca Campagna

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