2050, fuga dal paradiso di Tuvalu
Altro che acque incontaminate e vacanze da sogno l'isola nell'oceano rischia di sparire
È stata definita come la prima emigrazione della storia per cambiamento climatico. L’isola Tuvalu, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, fa i conti con gli sconvolgimenti climatici, con lo scioglimento dei ghiacci e col conseguente innalzamento del livello delle acque. Così, alcune isole rischiano di essere sommerse. È il caso di questo Stato resosi indipendente nel 1978 dalla corona britannica e oggi entrato nelle grazie dell’Australia, che ha deciso di accogliere i suoi abitanti, circa diecimila persone di etnia polinesiana. Infatti, nel 2050 la capitale Funafuti sarà sommersa dall’oceano e prima del 2100 l’intero arcipelago verrà inghiottito dalle acque. L’Australia ha deciso di accogliere gli abitanti con gli stessi diritti dei cittadini australiani attraverso un programma sociale. Tuvalu significa 'otto insieme', a indicare il numero di atolli che costituiscono questo arcipelago, anche se poi nel tempo sono divenuti 9, l'altezza massima sopra il livello del mare è di 4 metri e le isole non sono attraversate da nessun fiume, quindi gli approvvigionamenti idrici arrivano grazie alle (abbondanti) piogge. Eppure, in questo quadro dai contorni catastrofisti c’è un ulteriore elemento distopico che rimanda alla serie televisiva Black Mirror. E sì, perché la graduatoria degli abitanti di Tuvalu che entreranno in Australia verrà deciso a sorteggio tramite una specie di lotteria. Conti alla mano, saranno circa 280 gli abitanti baciati dalla sorte ogni anno, ma a questo ritmo molti rischiano di stare ancora sull’isola quando le acque gli potrebbero arrivare alle ginocchia.
1 Luglio
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