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Lazio deludente ma contro il Frosinone si punta alla vittoria

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Intervista allo scrittore Alessandro Vizzino, di comprovata fede laziale: "Il vero derby è con la Roma, complimenti al gioco dei ciociari e a Di Francesco"

Alessandro Vizzino è uno scrittore grande tifoso della Lazio. Fa parte della galleria dei giallisti della casa editrice milanese Mursia e a novembre è uscito col romanzo 'L'ombra del lupo grigio', nella collana Giungla Gialla, dopo l'esordio ne 'La zanzara dagli occhi di vetro' che vede protagonista sempre il suo detective Valentino Mastro. In vista del derby Lazio-Frosinone gli abbiamo chiesto un pronostico. 

Deluso dal campionato della Lazio o è nelle aspettative?

Molto deluso, come quasi tutti i tifosi laziali. A prescindere dal risultato dello scorso anno, inatteso quanto meritato, è palese che in questa stagione la Lazio sta dimostrando limiti e difficoltà non preventivabili. Il gioco imposto da Maurizio Sarri, e il verbo “imporre” non è usato qui a caso, si è trasformato da frizzante e dominante a quanto di più noioso e prevedibile possa esistere. E una spiegazione c’è, a mio avviso: per mettere in atto ogni idea calcistica di Sarri occorrono giocatori di primissima qualità tecnica o in stato di grazia; e quest’anno non ci sono né gli uni né gli altri, soprattutto dopo la partenza di un “gigante” come Milinkovic-Savic, la cui presenza in campo era essenziale, e lo stiamo vedendo adesso, anche quando non appariva tale.

L’ultima volta che hai pianto a una partita della Lazio?

Ricordo meglio la più grande esplosione di gioia, quando a Corfù, uscendo da un pub pieno di tifosi inglesi, mi sono gettato al di là della strada e tuffato senza pensarci in mare, in piena notte e completamente vestito (lo ricordano anche i miei documenti fradici): era l’agosto del 1999 e avevamo appena vinto, con la più grande Lazio della storia, la Supercoppa europea contro il Manchester United.

E quando invece sei rimasto talmente deluso che ti sei “avvelenato”?

Mi “avveleno” sempre quando le cose non vanno per il verso giusto, ma poi mi ritrovo sempre avvolto in un amore che supera ogni ostacolo e che si sposa con la mia terra natia.

Cosa manca alla squadra di Sarri per competere con una big come l'Inter?

Una presidenza che sappia, al momento giusto, fare un vero salto di qualità, con investimenti copiosi e mirati soprattutto quando, come quest’anno, le risorse economiche per farlo ci sarebbero state. L’ultima campagna acquisti è stata puntata per l’ennesima volta al risparmio, all’acquisto di scommesse low-cost e parametri zero, ma le scommesse riescono soltanto una volta su dieci, quando va bene. In attacco occorreva un giocatore pronto come Milik, ad esempio, per dare fiato al nostro Re Ciro; Castellanos per me resta un buon giocatore ancora tutto da dimostrare, ma non competi per lo scudetto solo con inserimenti come il suo. La difesa sarebbe stata tutta da registrare ex novo, anche qui con innesti di indubbia caratura. A centrocampo, invece, sono stati fatti a mio avviso buoni acquisti, ma che non si sono evidentemente integrati con le idee tattiche di Sarri, insieme alla “sparizione” del miglior Luis Alberto. Per vincere non basta spendere, lo dimostrano anni di gestioni sbagliate di altre società a diverse latitudini, ma serve spendere bene. Allo stesso tempo, se non investi, non puoi sempre sperare in un Milinkovic scovato dal cilindro o in un’annata di grazia. Ripartire ogni anno non può mai essere la soluzione tecnica, ma solo quella economica di un club che è ben gestito dal punto di vista finanziario ma che così non potrà più essere all’altezza del proprio passato, della propria storia e della propria tifoseria.

Ti aspettavi di vedere la squadra ciociara ben al di sopra della zona della salvezza in questo periodo?

Onestamente sì e vale il discorso poc’anzi fatto. Il Frosinone ha una società solida, capace e oculata, che sa comprare i giocatori più utili all’impianto tecnico. Un tecnico come Di Francesco ha poi completato un progetto vincente, ovviamente in linea con le ambizioni a portata di tiro.

Questa partita lo reputi un derby figlio di un dio minore?

No, al limite è figlio di un dio maggiore. La Lazio resta la squadra (esulando da microorganismi calcistici o da visioni strumentali della storia) che ha portato il calcio a Roma. In verità, però - ma questo credo che sia un sentimento comune a qualsiasi laziale, e lo dico con pienissimo rispetto del Frosinone calcio e della stessa città ciociara - l’unico derby che la Lazio gioca ogni anno è quello contro la seconda squadra della capitale.

Cosa ti preoccupa di più della squadra ciociara? E il giocatore che temi di più del Frosinone?

Mi preoccupano più il collettivo del Frosinone, non un calciatore specifico, e la mia stessa Lazio, che se saprà essere finalmente la Lazio dovrebbe portare a casa la necessaria vittoria.

Un’analisi su Eusebio Di Francesco, da tecnico della Roma alla panchina ciociara.

Di Francesco è stato il miglior tecnico della Roma dell’ultimo ventennio, insieme a Spalletti. Questo lo dimostrano i dati, non lo dico io. Eppure sulla sponda Sud del Tevere sono così e lo rimarranno sempre: esonerano un tecnico con gioco, visione e prospettiva e si esaltano per un catenacciaro “estroverso” come Mourinho, la cui gestione è fin qui, e mi sembra oggettivo soprattutto in Serie A, semplicemente fallimentare. A noi, però, sta benissimo così: altri derby vinti per qualche anno ancora.

Lo sai che il Frosinone ancora non ha mai vinto in trasferta?

Beh, mi auguro che non l’aiuteremo noi a infrangere questa statistica.

Il calcio è una materia letteraria o è confinata solo in quella sportiva?

Il calcio è la vita di ognuno di noi, ciò che incarna la passione e l’appartenenza. E se questo era prima confinato soltanto in alcune nazioni e/o continenti, oggi rappresenta un sentimento diffuso in tutto il mondo, spesso persino un mezzo di emancipazione nazionale. È quindi materia di tutto e di tutti.

Azzarda un pronostico.

Spero in un 3 a 1. Anzi, ci credo. Non dico 3 a 0 perché quest’anno almeno un gol, noi, lo prendiamo spesso.

Se dovessi ambientare un romanzo all'interno di una partita di calcio dove lo ambienteresti?

Beh, questa risposta è semplicissima. All’interno di un derby di Roma vinto 4 a 0 dalla prima squadra della capitale, che è ovviamente solo quella con l’aquila imperiale sul petto.

Un parere sulla volontà di alcuni club di realizzare una SuperLega.

Tutto sommato, mi sembra che con il mondiale per club ci siamo già arrivati. Purtroppo oggi il calcio è un business a tutto tondo, questa è una frase fatta ma perché rappresenta un’inconfutabile verità. Inutile rimpiangere il sentimento di un tempo, le partite della domenica alla radio o “Novantesimo minuto”. Il mondo si evolve e s’involve a prescindere dalla nostra volontà, e quella del calcio è la medesima deriva della società “terrestre”, globalmente intesa, dove ciò che ormai conta sono soltanto il denaro e la rapidità d’interconnessione e consumo.

29 Dicembre
Autore
Gian Luca Campagna

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