Frosinone-Atalanta 2-1. Capolavoro tattico di DiFra
I ciociari alzano il campo e hanno ragione del più quotato avversario, battendolo sul piano tattico neL primo tempo: ancora Harroui e poi Monterisi
Blasfemo Frosinone, al cospetto della dea Atalanta non si genuflette, la supera 2-1, la tramortisce con un primo tempo tatticamente superbo, poi soffre il ritorno dei bergamaschi ma il fortino resiste fino alla fine con un calcio fatto di sofferenza e di intelligenza. Così il Frosinone si gode la prima vittoria della stagione contro una grande e DiFra brinda il ritorno alla vittoria che gli mancava dal 7 novembre 2020.
LE FORMAZIONI - È vero che l’importante è correre spensierati e divertire, ma il divertimento non deve essere appannaggio per l’avversario, così DiFra riprogramma il Frosinone al cospetto della Dea: tra i pali giocoforza il chierichietto Cerofolini, poi la linea difensiva è formata a destra da Oyono e a sinistra da Marchizza, centrali Monterisi e Romagnoli; nella terra di mezzo il tecnico ciociaro si affida al cervello e ai piedi sì di Mazzitelli ma anche di Barrenechea oltre che del diligente Gelli spostato a destra, poi Baez a sinistra, Harroui incursore, centravanti puro il nuovo arrivato Cheddira. Sarà 4-3-3 ma, come dice DiFra, i movimenti cambiano il modulo in corsa.
In casa bergamasca il ballottaggio immaginato alla vigilia si concretizza con la staffetta Ederson-Pasalic, che si accomoda in panca per fare posto al brasiliano. Così Musso si piazza tra i pali, la lionea difensiva è a tre con Scalvini centrale più gli alfieri Djimsiti e Kolasinac, il faro è Koopmeiners più De Roon e l’avanzato Ederson, sulle ali dell’entusiasmo sono pronti Zappacosta e il promettente Ruggeri, in avanti la coppia letale Zapata-Lookman.
PRIMO TEMPO - Sarà che la tattica è il pane dei poveri così DiFra alza subito il campo. E lo alza di brutto. Baez a sinistra e Gelli a destra, più Mazzitelli e Barrenechea play basso corrono a fisarmonica con Cheddira che sgomita nella tonnara. La Dea non respira, al 4’ Marchizza toglie l’ossigeno a Lookman, porge a Harroui che ha un’autostrada davanti: palla da biliardo nella buca per il vantaggio e il tabù sfatato. 1-0 alla Dea e prima rete dei ciociari ai bergamaschi al quinto incontro nella massima serie. Lo Stirpe esplode come una bottiglia di champagne a San Silvestro. Ma è nulla in confronto a quello che avviene poco dopo. Il popolo ciociaro capisce che il nuovo Messia indossa la maglia numero 45, Barrenechea illumina, rammenda, costruisce, verticalizza, dà sicurezza, con Mazzitelli libero di creare poco più avanzato mentre Gelli sulla fascia è la risposta alla crisi del calcio italiano: come è possibile che questo 26enne ha marcito in serie C fino alla scorsa stagione? Poniamoci qualche domanda. Monterisi, altro illustre sconosciuto, ammanetta Zapata, capace solo di una sassata al 12’. Si scuote la Dea, così al 17’ dalle vie centrali Ederson, fin lì presente col passo del crocierista, imbuca a sinistra Koopmeiners che arcobalena per il piede dalla parte opposta di Zappacosta: tiro alto di poco. Ma azione da play station. Ti aspetti così la reazione dell’Atalanta ma ancora una volta le regole del calcio sono fatte per essere sovvertite: al 23’ la difesa bergamasca è in posa presepista sul corner di Baez, così irrompe Monterisi con una zampata, non credendoci quando vede la palla rotolare lenta in rete. È il 2-0. L’Atalanta si smarrisce, De Roon è un fantasma, Ruggeri non punge e Koopmeiners prova ad avanzare ma non trova collaborazione con le punte. Quando sono attaccati i ciociari si difendono da provinciale, fanno muro (come su Zappacosta al 30’), sparacchiano anche di stinco, l’importante è tenere la palla lontana da Cerofolini. E la Dea s’innervosisce ancor di più, non riesce a pressare, i ciociari sono abili a nascondere il pallone, non sortisce effetto nemmeno l’inserimento di Scalvini a supporto di Zappacosta sulla corsia di destra e l’avanzamento del baricentro da parte di Ederson, che perde la leziosità a vantaggio di una maggiore lucidità espressiva. Ma è solo teoria, con gli uomini di Gasp sempre più imbambolati e in ritardo sui contrasti, tant’è che collezionano qualche giallo evitabile.
SECONDO TEMPO - Gasp richiama Zappacosta e sulla destra piazza la spinta di Zortea, al pari dell’evanescente Lookman cambiato con CDK, il tecnico sposta più avanti anche Scalvini, tant’è che è quella la fascia più intasata, frequentata anche da Koopmeiners. Pressa più con forza d’inerzia e rabbia che di lucidità l’Atalanta, ma con lo scorrere dei minuti c'è convinzione, trascinata da un Koop che urla ai compagni la sveglia, prima l'olandese scaglia un tiro smorzato sulle braccia del portiere (52’) poi a sinistra suggerisce il guizzo di estrema potenza di Zapata (56’) che fulmina Cerofolini. La Dea torna in partita. E preme con Koop tuttocampista e con CDK che ha piedi fatati. DiFra richiama Baez, ormai rintanato sull’intasata fascia destra, mettendo la freschezza di Garritano, che con un fendente a giro sfiora subito la rete (62’), divorandosi poi un gol quando Cheddira gli offre un cioccolatino da scartare (63’). Stavolta DiFra legge in corsa l’interpretazione tattica di Garritano, che pochi spiccioli di secondi dopo serve una brilante palla centrale per Mazzitelli che viene smorzato sul più bello. Non solo, il nuovo entrato tiene lontano il pallone da una parte di campo che scottava, diventa lavatrice, lavora palloni sporchi e li restituisce puliti. Ma è un attimo: è lì sempre sull’out di destra che Scamacca appena entrato porge un rigore in movimento al liberissimo Scalvini ma il centrale spara su Cerofolini (69’), che miracolizza poi su botta di De Kelateare (74’). Non c’è respiro, fioccano le occasioni anche se le squadre non sono lunghe, si affrontano a viso aperto con gioco maschio e spigoloso ma non cattivo. DiFra opta per un match d’attesa, spedisce in campo polmoni e corsa (Brescianini per un esausto Barrenechea), arretra Mazzitelli, la Maginot ciociara è a cinque, Cheddira può cantare la solitudine del centravanti. Gasp dal mazzo lancia Muriel e Bakker. Il colombiano si piazza a sinistra insieme all’olandese, a destra staziona CDK con Zortea e Scamacca è centrale, ma è sparito dai radar il gioco di Koop. E la Dea ne risente. Il Frosinone arretra ancora di più, Szyminski disegna la linea naturale dei cinque difensori. La contabilità delle occasioni così si riduce a una capocciata di Scamacca (84’) più una botta centrale a colpo sicuro di Koop (87’) ribattuta dalla difesa. Il recupero dice 7' di sofferenza, ma è il Frosinone a sfiorare la terza marcatura con Garritano. Poi, l'apoteosi. Bentornato in serie A, mister Di Francesco.
FROSINONE (4-2-3-1): Cerofolini; Oyono, Monterisi, Romagnoli, Marchizza; Marchizza, Barrenechea (29’ st Brescianini); Gelli, Harroui (36’ st Szyminski), Baez (15’ pt Garritano); Cheddira (37’ st Cuni).
A disposizione: Palmisani, Borrelli, Caso, Kvernadze, Canotto, Macej, Lusuardi.
Allenatore: Di Francesco.
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; Djimisiti (29’ st Muriel), Scalvini, Kolasinac; Zappacosta (1’ st Zortea), de Roon, Ederson, Ruggeri (35’ st Bakker); Koopmeiners; Lookman (1’ st De Ketelaere), Zapata (22’ st Scamacca).
A disposizione: Carnesecchi, Rossi, Toloi, Okoli, Pasalic, Adopo.
Allenatore: Gasperini
Arbitro: signor Juan Luca Sacchi di Macerata; assistenti sigg. Niccolò Pagliardini di Arezzo e Giuseppe Perrotti di Campobasso; Quarto Uomo signor Alberto Santoro di Messina; Var signor Federico Dionisi di L’Aquila; Avar signor Matteo Gariglio di Pinerolo (To).
Marcatore: 5’ pt Harroui (F), 24’ pt Monterisi (F), 11’ st Zapata (A)
Note: Spettatori totali: 13.426; abbonati: 10.679; spettatori paganti: 2.747 (di cui 450 ospiti); Totale incasso compreso rateo abbonamenti: 294.319,57; angoli: 7-2 per l’Atalanta; ammoniti: 28’ pt Barrenechea (F), 39’ pt Lookman (A), 49’ pt de Roon; recuperi: 5’ pt; 7’ st.
Commenti