Eliminare lo 0 dalla casella delle vittorie
Sono gli obiettivi del Cagliari, finora a secco e mestamente ultimo in classifica, e del Frosinone, che in trasferta ancora non ha vinto
La paura è che prima o poi potrebbe accadere. Il conforto è che di quelle tre squadre senza vittoria il Frosinone ne ha già incontrate due, sempre in trasferta, pareggiando, tornandosene in Ciociaria con più rimpianti che gioie. Domenica, all’ora di pranzo, toccherà affrontare il Cagliari, dopo Udinese e Salernitana, le ultime tre della classifica, ancora a secco di vittorie, con più problemi che speranze. Eppure, il Cagliari del maestro Ranieri ha nomi, tasso tecnico, numeri per risalire, ma il Frosinone, che i bookmakers davano già retrocesso oggi, alla celebrazione della Giornata mondiale della pasta, stavolta può tentare il colpo grosso.
Il Cagliari ha perso 6 volte in 9 incontri, impattando tre volte e con la casella dell’ebbrezza dei 3 punti tutti in una volta mai provata. Nel turno precedente, nel match tra derelitti, a Salerno l’allegra brigata sarda è andata vicina a quell’ubriacatura ma è rimasta mestamente ultima in classifica a quota 3 punti. Certo, Halloween è alle porte, Natale è lontano, Carnevale anche di più: siamo ancora all’alba del campionato e alle resurrezioni siamo abituati con le nuove promesse del nuovo anno. Così, in attesa che gli zombi coi simboli dei quattro mori diventino uomini che si riscattano è il momento di una gara alla DiFra, modulata rispetto alle caratteristiche degli avversari pur esaltando le doti dei propri giocatori, tumulando gli zombi in morti estinti. I ciociari hanno l’opportunità anche loro di cancellare lo zero dalle vittorie (quelle in trasferta) e dare un autentico canone inverso a un campionato che potrà regalare grandi sorprese a una squadra che gioca in modo frizzante e aperto, confermando la gioia ritrovata del tecnico abruzzese finalmente riconciliato con il calcio e che, dopo Sassuolo, Verona e Roma, troverà un'altra sua ex squadra.
Ma mai sottovalutare il Cagliari. C’è l’anima sarda, c’è tenacia, orgoglio, altro che morti che camminano, qui è un’intera regione che spinge una squadra. Alla Sardegna Arena, o Unipol Domus, il Frosinone troverà un clima apparentemente ostile, anche perché la truppa di Ranieri è simbolicamente a un’ultima spiaggia, una non vittoria scaverebbe un solco con la tifoseria già pronta a rumoreggiare. E di questo deve approfittare il Frosinone: anche perché sarebbe un’altra trasferta contro una diretta concorrente per non retrocedere lasciata lì a distanza, da affrontare allo Stirpe quando sarà il momento.
Fa strano però scorgere il Cagliari là sotto. È vero che è una neopromossa ma così a fondo non ce lo aspettavamo alla vigilia. Il comandante c’è, la passata stagione ha preso una squadra senza identità e con l’umiltà che lo contraddistingue Claudio Ranieri l’ha portata in serie A. Ma c’è anche la rosa. Ha nomi. Nomi che hanno peso, anche se la piazza non è mai stata convinta, lamentando acquisti errati rispetto alla visione del tecnico. Il reparto avanzato attende con trepidazione il ritorno del Messia del gol, quel Lapadula venerato e atteso come il Salvatore, considerato che Petagna, Shomurodov e Pavoletti sono ancora delle fotocopie sbiadite di se stessi, col solo Luvumbo sorvegliato speciale da 416bis; nella terra di mezzo le scelte di sir Claudio scuotono un poco la piazza, saltando da un Nandez arretrato a esterno basso a un Oristanio rivelazione, da un rispolverato Jantko a un Mancosu rigenerato, da Viola a Zappa, sempre in attesa del ritorno di Dossena a orchestrare una difesa che finora ha ballato disgraziatamente 18 volte, una in meno della peggiore Salernitana, una media di 2 sberle a partita. Un dato non certo incoraggiante per sir Claudio. A cui, di riflesso, guarda con estrema fiducia il Frosinone.
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