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Il treno per l'Europa passa per Milano

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Passaggio del turno in Coppa, vittoria sull'Empoli e rimpianti per i 3 punti di Cagliari: oggi i ciociari sarebbero sesti e in corsa per un torneo continentale

Chiedimi se sono felice. Sembrava questo il volto e la sottile vanità nell’accettare questa domanda quasi telefonata alla stampa. Eusebio Di Francesco si scrolla di dosso –se ce ne fosse ancora necessità- la ruggine delle ultime tre disastrose stagioni in serie A. Sampdoria, Cagliari e Verona appartengono più trascorrono settimane e partite al passato remoto, il presente (e il futuro, DiFra ha due anni di contratto coi ciociari) si chiama Frosinone e si legge 15 in classifica, con uno straordinario +7 sulla terzultima.

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Non solo, questa undicesima giornata termina dopo l’incredibile sconfitta di Cagliari, il riscatto in Coppa Italia a Torino e la vittoria su una diretta concorrente per la salvezza, quell’Empoli che aveva segnato appena 3 reti in 10 gare. Allora, analizziamo diversi aspetti: qualcuno in tribuna stampa masticava amaro alla fine del match perché più guardava la classifica più si imbestialiva, poiché con i 3 punti sardi il Frosinone sarebbe stato sesto (!) in classifica, appaiato al Bologna, in piena corsa per Europa League e Conference. Un pensiero blasfemo? Ma no, qualche volo pindarico è naturale coltivarlo, perché l’autentico capolavoro di questa stagione che vede protagonisti non solo questa allegra brigata di calciatori ma anche Stirpe-Angelozzi-DiFrancesco non sarebbe solo centrare per la prima volta la permanenza in serie A ma anche agguantare l’Europa. Il Frosinone in Europa sembra lo slogan di un candidato ciociaro a Bruxelles, invece ci potrebbe arrivare addirittura il treno giallazzurro. Sogni mostruosamente proibiti.

La nota stonata? Il gol della bandiera dell’Empoli. E in casa ciociara non è una novità complicarsi la vita da sé. Era già accaduto contro il Verona, nei minuti  finali, con la capocciata di Djuric a riaprire una partita congelata; è accaduto appunto contro i toscani, quasi rivitalizzati dall’unica scintilla di Caputo, che aveva anche pareggiato un attimo dopo ma pescato in chiaro offside. Insomma, la lezione di Cagliari è bastata? Parzialmente. Ecco, questo Frosinone soffre di amnesie difensive, anche perché sbirciando lo score delle reti subite i ciociari vantano (si fa per dire) la quart’ultima difesa della massima serie con ben 18 gol sul pallottoliere di Turati.  

La nota positiva? La facilità con cui questa squadra produce palle gol e segna. Il Frosinone ne ha totalizzati 17, è il settimo attacco della massima serie. E scusate se è poco. Questa squadra ricorda un poco il primo Sassuolo di DiFra, che divertiva e segnava e che riuscì anche a partecipare all’Europa League. Nella ripresa Mazzitelli & co. avevano deciso di schiacciare l’Empoli e così hanno fatto, terminando la gara col possesso palla al 64%. Segno, questo, anche di grande personalità.

Ah, altro aspetto. DiFra ha disegnato una squadra di partenza con 8 elementi nati dal 2001 in poi, con molti giocatori che la serie A non l’avevano vista se non in tv, fatta eccezione per capitan Mazzitelli, Lirola e Marchizza. E qui è grande merito di Angelozzi, che ha scovato dalle serie minori giocatori abbandonati a se stessi (vedi Monterisi e Gelli già lo scorso anno) e virgulti pronti a essere valorizzati come Reinier, Cuni, Ibrahimovic, Kaio Jorge, Barrenechea e Soulé, che esprimono valori tecnici straordinari. 

Ah, dimenticavamo. Domenica sera si va nella tana della capolista Inter. Il treno per l’Europa passa anche da lì.

8 Novembre
Autore
Gian Luca Campagna

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