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Cagliari-Frosinone 4-3: da 0-3 a una lezione indimenticabile

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Ciociari avanti di tre reti, si disuniscono e si ammucchiano nella propria trequarti subendo una clamorosa rimonta nei minuti finali

Il Frosinone, crediamo, salperà alla volta della Ciociaria con il capo chino di cenere. E con una grande lezione imparata. Si può perdere anche quando vinci 3-0. Come? Rinunciando a giocare. Ecco, la grande lezione oggi imparata da DiFra e i suoi dopo la clamorosa sconfitta patita a Cagliari, una volta in vantaggio 3-0 (3-0!). Inutile rimuginarci su, tra amarezza e frustrazione: il Frosinone non è capace a non giocare, per essere vivo deve proporsi non indietreggiare. Altrimenti prende imbarcate che somigliano a figuracce.

PRIMO TEMPO - Pronti e via e sembra che manchino una manciata di secondi alla fine, non che il match sia appena fischiato. I sardi lo sanno che da questa partita dipende il loro campionato, da Ranieri, da  molti elementi in rosa, i tifosi ne hanno visti di campionati: contro il Frosinone l’arena deve essere tale, cioè una bolgia. E così lo spirito è quello sardo, tosto, aggressivo, arrembante. I ciociari sono ariosi, nel senso che giostrano la palla, vanno in affanno quando sono aggrediti, ma reagiscono in maniera più ordinata che scomposta. Sulla destra pregustiamo il duello tra Soulé e Augello, con l’argentino che dimostra di essere baciato dal sole tiepido di Cagliari, mentre è la catena di destra dei sardi che spinge con l’indemoniato Nandez, pronto a servire il sempre mobile Luvumbo. Ma è troppo veloce e nevrotico (in senso positivo) questo Frosinone, Barrenechea è il solito direttore d’orchestra calmo e preciso, Brescianini parte basso poi s’accentra e si posiziona sulla corsia di destra non dando punti di riferimento nelle ripartenze,  Cuni e Reinier si dannano l’anima dimostrando di essere a loro agio negli spazi anche perché la difesa sarda balla un vasto repertorio. Al campo alzato dei sardi risponde Soulè che illuminato da un suggerimento di Lirola spaventa Scuffet (16’) dopo avergli scaldato le mani (8’), ma è un fuochino perché Luvumbo manda al manicomio Romagnoli e serve un cioccolatino che Prati però spara su Superman Turati (18’). Gol maturo per i padroni di casa? Nemmeno per sogno. Lo avevamo detto che lì dietro la squadra di sir Claudio danza di brutto: Dossena perde una palla da oratorio sulla pressione di Soulé che chiama Reinier all’uno-due, troppo facile uccellare Scuffet per il vantaggio ciociaro (23’). Vede rosso il Cagliari. Sembra un toro ferito, attacca a testa bassa, con un Nandez scatenato, ma c’è sempre Turati come guardiano, ma proprio una respinta su capocciata a botta sicura di Goldaniga causa un rigore per un rimpallo sul braccio galeotto di Soulé.  È il 30’: il Fato regala un rigore al Cagliari ma il Fato restituisce al Frosinone la casualità di un penalty che più casuale non si può, così il tiro di Mancosu s’infrange sulla traversa. Il pericolo scampato mette le ali al Frosinone, così prima Soulé prova ancora a sorprendere con un piazzato Scuffet (34’), poi raddoppia approfittando di una dormita raggelante della retroguardia isolana, s’imbuca nel corridoio trovato da Reinier, mette a sedere ancora Dossena e buca per il 2-0 Scuffet. È rosso di rabbia il Cagliari, corre ma ha la frenesia del disperato, non ha chi coi piedi educati detta tempi e ritmo, possiede solo un immenso Luvumbo, che oggi gioca soprattutto da rifinitore ricamando palle dorate con Jankto che manca il bersaglio (40’) mentre Mancosu coglie ancora il palo (44’). Ma si fa notte per i sardi, che perdono l’indemoniato Nandez, che lo ritrovi anche in difesa per impedire il colpo del ko a un Cuni brillantissimo. Così entra Zappa sulla destra al gong del p rimo tempo.

SECONDO TEMPO – Via Deiola e dentro Pavoletti. Ha poco da perdere il Cagliari. Ma il Frosinone fa capire che la posizione di classifica che occupa non è casuale. Così Lirola smarca con un gioco da ragazzi Brescianini che con un colpo da biliardo irride tutta la difesa sarda Scuffet incluso nel pacchetto: 0-3! Clamoroso! È il 49’. Match congelato, anche se il Cagliari non demorde, macina nervosamente gioco. Al 55’ Cheddira va a vivere il suo momento di gloria (sostituisce l’infortunato Cuni) insieme a Garritano (per Baez). Non vuole chiudersi DiFra, chiede ai suoi di spingere e distendersi, non ha senso arroccarsi con un risultato del genere per farsi schiacciare da una squadra che deve inesorabilmente sbilanciarsi col trascorrere dei minuti, ma i ciociari si lasciano cullare dal sole isolano e smarriscono se stessi e la loro identità. Prima Zappa trova sulla strada del gol uno strepitoso salvataggio di Monterisi (59’), poi  la carica dei mori avviene al 64’ quando anche la pazienza di Ranieri si dissolve con la disfatta che sembra materializzarsi: out Luvumbo, Jankto e Mancosu per Viola centrale, Oristanio piazzato a centrodestra e Azzi sull’out mancino.  Il Frosinone? Cheddira resta solitario mentre Garritano dispensa pillole di ordine, eppure quando il match sembra sonnacchioso il Frosinone si complica il match da solo: Oristanio a giro purga Turati (72’), poi un’incomprensione su cui è necessario riflettere tra Barrenechea e Brescianini spiana la seconda rete di Makoumbou (76’), nemmeno due giri di lancette e Turati risolve una situazione critica che fa gridare al rigore, smentito dal provvidenziale check. Male il Frosinone in questa fase di gara, allungato, ma sembra peggio il Cagliari, sfilacciato e senza idee se non quella della disperazione dei pirati all’arrembaggio. Eppure l’inserimento di Bourabia e Oyono nonché Okoli a rafforzare la Maginot dovrebbero dare freschezza invece sono il segnale del tracollo ciociaro, creando incomprensioni e ammucchiate pazzesche nella trequarti laziale. Ne è simbolo all’85’ quando Garritano ha una palla da gestire al centro del campo e invece la sparacchia dove non c’è nessuno solo per perdere tempo. Quando manca una vita alla fine. Lo stadio ci crede, invoca il miracolo, il Cagliari spinge buttando la palla avanti e aprendo mischie furibonde da tonnara. Il Frosinone annaspa, cade come un frutto maturo dall’albero, Viola disegna per la testa di Pavoletti un pari clamoroso al 94’ dopo un buco altrettanto fanciullesco di Romagnoli. Finita qua? Ma neanche per idea. Ha ancora energie Makoumbou e la gira nel bosco, Pavoletti, lasciato solo come un romano il giorno di Ferragosto in centro, la tocca beffando Turati, il Frosinone e Di Francesco: 4-3 al 96’. E i ciociari si mangiano mani, gomiti e spalle perché nell’ultima incredibile occasione Cheddira incorna la palla del pari ma trova sulla linea lo stinco di Pavoletti che respinge. Frosinone, che peccato.  Ma non si possono buttare partite e punti così. 

CAGLIARI (4-3-1-2): Scuffet; Nandez (42’ pt Zappa), Goldaniga, Dossena, Augello; Deiola (1’ st Pavoletti), Makoumbou, Prati; Jankto (19’ st Azzi), Mancosu (19’ st Viola); Luvumbo (19’ st Oristanio).

A disposizione: Radunovic, Lapadula, Hatzdiakos, G. Pereiro, Wieteska, Suleman, Petagna, Obert, Dentello, Shomurodov, Di Pardo.

Allenatore: Ranieri.

FROSINONE (4-3-3): Turati; Lirola (29’ st Oyono), Monterisi, Romagnoli, Marchizza; Brescianini (35’ st Okoli), Barrenechea, Reinier (29’ st Bourabia); Soule, Cuni (10’ st Cheddira), Baez (10’ st Garritano).

A disposizione: Frattali, Cerofolini, Lulic, Kaio Jorge, Caso, Kvernadze, Ibrahimovic.

Allenatore: Di Francesco.

Arbitro: Signor Luca Pairetto di Nichelino (To); assistenti sigg. Andrea Zingarelli di Siena e Giuseppe Di Giacinto di Teramo; Quarto Uomo signor Giovanni Ayroldi di Molfetta; Var signor Massimiliano Irrati di Pistoia, Avar signor Orlando Pagnotta di Nocera Inferiore (Sa).

Marcatori: 23’ e 37’ pt Soulé (F), 4’ st Brescianini (F), 26’ st Oristanio (C), 31’ st Makoumbou (C), 48’ e 50’ st Pavoletti (C).

Note: spettatori: 15.946 (130 tifosi del Frosinone) per un incasso di euro 299.137,00; angoli: 7-6 per il Cagliari; ammoniti: 25’ pt Romagnoli (F), 12’ st Prati (C), 40’ st Bourabia (F), 42’ st Okoli (F), 50’ st Marchizza (F); recuperi: 4’ pt; 7’+1’ st

1 anno fa
Autore
Gian Luca Campagna

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