All'Olimpico pronto lo scisma tra Romanismo e Democrazia Ciociara
Questa sera Roma e Frosinone in un incontro storico, coi ciociari avanti in classifica e pronti allo scherzo a Mou ricordando il film con Pippo Franco
L’aria tiepida dell’ottobrata romana comincia dal numero 1. È domenica 1° ottobre, l’aria è godibile, non sapremo il coacervo di sentimenti che abitano l’anima di Mou, detto lo Special One. Terra di santi, boia, re e Papi: Roma è questa. È Caput mundi. Il popolo giallorosso aspetta dalla notte dei secoli di incoronare il suo ottavo re, nel tempo lo ha sostituito col Pontefice Massimo, coccolato nella sua basilica, nel suo Stato, nelle sue dorate stanze. Il cristianesimo qui pulsa come se fosse il cuore del mondo. È il cuore del mondo. La religione è una cosa seria, per la fede si sono bruciati cristiani, si sono sacrificati in nome di giochi cruenti, poi si sono svolte crociate per liberare la Terrasanta, dopo l’oppio dei popoli è stato sostituito col tempo da un’altra arma di distrazione di massa. Così la genuflessione al Cristo in croce s’è trasformata in prosaica fede calcistica. Roma, terra del primo Papa, sede del Papato, vive da sempre il calcio come fosse un elemento sacro, una religione pagana, così ecco che nei decenni la fede giallorossa s’è trasformata in Romanismo.
Nella sala stampa di Marassi, dopo la caporetto contro il Genoa, il tecnico Mourinho l’ha sillabata varie volte questa forma di religione che pervade l’animo di chi tifa Roma. Ha ripetuto del Romanismo. Quasi ha faticato in sala stampa a rilasciare dichiarazioni, ha confidato che nello spogliatoio è passato solo per salutare e non per analizzare il match con gli attori in campo, s’è scusato del poco tempo riservato ai media ma il tecnico ha ammesso che sta soffrendo interiormente perché il suo rapporto con il Romanismo è diretto, empatico, ieratico.
Domenica alle 20.30 all’Olimpico andrà in scena il derby regionale contro il Frosinone. Lo Special One, Pontifex Maximus del Romanismo, per risorgere dovrà battere questa squadra che nella sua carriera affronterà per la prima volta in serie A. Si gioca molto Mou, profeta in ribasso di una squadra di discepoli che forse non lo segue più, mentre dall'altra parte assistiamo alla serenità ecumenica di un Di Francesco, un ex qui sempre molto stimato, che ha ritrovato il sorriso e la pace interiore, soprattutto in una dimensione provinciale che gli è congeniale per rigenerarsi dalle ultime delusioni professionali.
E allora, tornano in mente due figure molto diverse tra loro, quella di un sontuoso Mourinho che somiglia a un Papa per carisma, autorità, curriculum, mentre il buon Eusebio pare Don Tarquinio Buttafava, quel parroco interpretato dal comico Pippo Franco nel 1978 nel film 'Scherzi da prete', che nel paesino di Cioci, borgo immaginario della Ciociaria, celebrava la messa in dialetto ciociaro. Altro che la santa messa in latino, caro Mou, in chiesa si cantavano i salmi in ciociaro antico.
Una blasfemia in quella fiction scritta e diretta da Pierfrancesco Pingitore, un affronto nella sfida di stanotte tra lo Special One e DiFra. Così, nella fiction anni ‘70, gli anni delle pochade, dopo le pressioni della Chiesa ecco nascere una sorta di scisma ciociaro fino alla fantasiosa nascita della DC, Democrazia Ciociara. Che intuizione ironica, demenziale, divertente.
Tornando alla realtà, che allo stato attuale delle cose odora di fantacalcio, in nome del pallone assisteremo così allo scisma regionale tra una Roma depressa (5 punti in classifica) e un Frosinone altezzoso (9 punti): assisteremo a questa lotta tra il Romanismo e la Democrazia Ciociara. Staremo a vedere se si canteranno le lodi a sua santità Mourinho o se il popolo giallorosso scenderà il calendario guardando con nostalgia alla DC di DiFra.
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