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La differenza tra Psg e Juve? Spazio velocità tempo

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Ricordate la formula che ci insegnano immediatamente a scuola? Trasferitela al match di Champions e troverete tante risposte alla sconfitta bianconera

Spazio velocità tempo. La ricordate questa cara vecchia formuletta a scuola? È valida nella vita. Da sempre. Per questo te la insegnano subito in aula. E per questo la apprendi immediatamente. Il Psg sa cosa significa, la Juventus ancora no. Chi la conosce e la pratica sale in cattedra (i parigini), chi balbetta la sola teoria resta seduto tra i banchi (i bianconeri). Ecco, la differenza tra il Psg e la Juve è stata questa ieri sera, al netto di recriminazioni, infortuni, assenti e ipotesi segrete.

Ammettiamolo, davanti al pronti e via ci siamo emozionati assistendo a quel Parco dei Principi gremito, è l’unico scampolo dal profumo di calcio mondiale che a noi italiani è concesso: oltre al trio delle meraviglie (Messi-Mbappè-Neymar) c’era Sergio Ramos, Verratti, Mendes ma anche Cuadrado e Paredes. Insomma, un bello spettacolo di tecnica, multiculturalità e agonismo. Certo, poi fa ancora più effetto osservare un paterno Sergio Ramos che si coccola gli ex nemici blaugrana Neymar e Messi, lui che è stato una stella del Real Madrid. Ma al di là di considerazioni di globalizzazione calcistica, i numeri si sono equivalsi quando le squadre erano sul piede dell’attesa: 5-3-2 speculare che diventava un elastico 3-5-2, la pazienza (e la prudenza) restano le armi per poi offendere al momento opportuno, magari valutando il pertugio giusto. E il Paris è sembrato che giocasse come il gatto sornione col topo un po’ sonnolento, tant’è che il tic e toc dei globetrotter rossoblù produceva sterzate, sgommate e accelerazioni cui né Bremer né Bonucci riuscivano a tamponare. Non è un caso che le due reti di Mbappè siano figlie di giocate da playstation collaudate: nel primo duetta con Neymar che palleggia a mo’ di beach soccer alzando la palla, nel secondo (cambiando lato) l’azione da flipper manda in tilt la difesa presepista bianconera, così il triplo scambio Verratti-Hakimi-Mbappè celebra il raddoppio. Ecco, che torna utile la lezioncina elementare spazio velocità tempo. Soprattutto negli spazi ridotti il tempo è dettato da chi possiede una velocità devastante. E la Juve del primo tempo? Buona l’opportunità per Milik a metà strada tra il primo e il secondo gol parigino, però col passare dei minuti ti accorgi la manifesta superiorità di corsa, di qualità tecnica e di scambi stretti dei francesi. Così torna l’assioma spazio velocità tempo.

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La verità è che ogni volta che il Psg si avvicina al perimetro dell’area di Perin ti fai il segno della croce, perché resta forte il sospetto che là davanti qualcosa di fatale sta per accadere, ma Allegri ha almeno trasmesso la tigna a questa squadra, che nella ripresa diventa rabbiosa e orgogliosa. Ecco, la rabbia e l’orgoglio provano a contrastare spazio velocità tempo: Paredes cresce sensibilmente e verticalizza a piacere, McKennie deve dimostrare al mondo che è un giocatore così ara la fascia destra, Rabiot propone e sgomita, ma resta la sensazione che il gatto (meglio, i tre gatti…) giochino col topo infiacchito. Il tecnico Galtier, marsigliese, uomo che sa cos’è la sofferenza per nascita, per non correre rischi arretra Verratti, che invece di difendere si esalta e comincia a ergersi nel ruolo di tuttocampista. La Juve ha avuto anche la chance per il pari così come il Psg quella di allungare le distanze, ma restando così il risultato è corretto: c’è una rete di scarto tra le due squadre. Anche se il divario maggiore resta quello di spazio velocità tempo.

1 anno fa
Foto: juventus
Autore
Gian Luca Campagna

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