Latina, quella destra che guarda e si ispira ai civici
Il laboratorio che fu della destra negli anni 90 oggi guarda ai civici per riscattare una città ferma
Altro che destra chiusa e conservatrice. Oggi a livello nazionale apre addirittura a un argomento tabù come il suicidio assistito mentre nei territori locali continua quella costante opera di legame e osmosi con i cosiddetti movimenti civici, che fino a ieri erano stampelle e comitati di chiara estrazione di sinistra. Infatti, si assiste a un fenomeno che vede i tradizionali partiti di centrodestra (dai duri e puri di Fratelli d’Italia e Lega passando per i liberali Forza Italia e Noi moderati) ammiccare ai ‘partiti’ civici, ma non come grimaldelli per tornate elettorali amministrative circoscritte quanto piuttosto come un punto di riferimento per prendere ispirazione e giocare di sponda. Insomma, tutti atteggiamenti e dinamismo di come ci si comporta tra alleati. E a Latina in questi giorni si assiste proprio a questo.
Capita così di assistere a un nuovo fenomeno in quella terra che negli anni ’90 venne ribattezzata il ‘laboratorio della destra’, all’indomani del tornado ‘mani pulite’ che asfaltò la classe politica della ‘prima Repubblica’ e con la conseguente benedizione dell’acqua di Fiuggi di Gianfranco Fini fusa col nascente berlusconismo. E veniamo ai giorni nostri. Infatti, il 25 gennaio a Latina si è celebrata la seconda assemblea pubblica di un movimento civico nato nel 2019, Fare Latina, che oggi è “semplicemente” Fare, considerate le varie declinazioni cittadine lungo la provincia pontina: al parterre di Annalisa Muzio, acclamata presidente (e fondatrice) del movimento, attivo assessore all’urbanistica di Latina, c’erano tutti i partiti di centrodestra, che hanno fatto pesare il loro lusinghiero intervento con parlamentari e ras locali. Insomma, un bel riconoscimento per un movimento che continua la sua costante opera di seduzione nei confronti di una città e di un territorio alla perenne ricerca di un riscatto sociale ed economico.
Ma soprattutto c’era la città e c’era una sala gremita al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
E la carezza di Fdi, Fi, Lega e Noi moderati è un attestato di stima verso un lavoro encomiabile di questo movimento, che ha lavorato duramente su temi e contenuti programmatici ed è riuscito addirittura ad accorciare le distanze di comunicazione tra le periferie e i borghi col cuore cittadino finanche realizzando un momento di gioco e socializzazione come è il Trofeo dei borghi, una corsa podistica sui generis che vede partecipare i borghigiani lungo l’anello principale di Latina. Così capita che il 15 febbraio al congresso di Fdi, che in questa città vede esprimere il sindaco Matilde Celentano e un parlamentare di peso come Nicola Calandrini, i vertici del partito di Giorgia Meloni chiamino a intervenire oltre gli alleati storici anche i ‘civici’ del Fare, con il coordinatore comunale Massimo Marini, architetto e imprenditore, a salutare un alto momento di riunione e confronto.
Che gli schemi rigidi dei partiti (di centrodestra) si stiano aprendo sempre più al cuore della società civile non è figlia di una riflessione ma un dato di fatto. Forse alla fine vale sempre lo stesso assioma, per il bene comune di un territorio e di una città è inevitabile che si alleino e percorrano i medesimi sentieri persone dotate di buon senso e profonda volontà di costruire.
Capita così di assistere a un nuovo fenomeno in quella terra che negli anni ’90 venne ribattezzata il ‘laboratorio della destra’, all’indomani del tornado ‘mani pulite’ che asfaltò la classe politica della ‘prima Repubblica’ e con la conseguente benedizione dell’acqua di Fiuggi di Gianfranco Fini fusa col nascente berlusconismo. E veniamo ai giorni nostri. Infatti, il 25 gennaio a Latina si è celebrata la seconda assemblea pubblica di un movimento civico nato nel 2019, Fare Latina, che oggi è “semplicemente” Fare, considerate le varie declinazioni cittadine lungo la provincia pontina: al parterre di Annalisa Muzio, acclamata presidente (e fondatrice) del movimento, attivo assessore all’urbanistica di Latina, c’erano tutti i partiti di centrodestra, che hanno fatto pesare il loro lusinghiero intervento con parlamentari e ras locali. Insomma, un bel riconoscimento per un movimento che continua la sua costante opera di seduzione nei confronti di una città e di un territorio alla perenne ricerca di un riscatto sociale ed economico.
Ma soprattutto c’era la città e c’era una sala gremita al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
E la carezza di Fdi, Fi, Lega e Noi moderati è un attestato di stima verso un lavoro encomiabile di questo movimento, che ha lavorato duramente su temi e contenuti programmatici ed è riuscito addirittura ad accorciare le distanze di comunicazione tra le periferie e i borghi col cuore cittadino finanche realizzando un momento di gioco e socializzazione come è il Trofeo dei borghi, una corsa podistica sui generis che vede partecipare i borghigiani lungo l’anello principale di Latina. Così capita che il 15 febbraio al congresso di Fdi, che in questa città vede esprimere il sindaco Matilde Celentano e un parlamentare di peso come Nicola Calandrini, i vertici del partito di Giorgia Meloni chiamino a intervenire oltre gli alleati storici anche i ‘civici’ del Fare, con il coordinatore comunale Massimo Marini, architetto e imprenditore, a salutare un alto momento di riunione e confronto.
Che gli schemi rigidi dei partiti (di centrodestra) si stiano aprendo sempre più al cuore della società civile non è figlia di una riflessione ma un dato di fatto. Forse alla fine vale sempre lo stesso assioma, per il bene comune di un territorio e di una città è inevitabile che si alleino e percorrano i medesimi sentieri persone dotate di buon senso e profonda volontà di costruire.
17 Febbraio
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