Frosinone-Napoli 1-3. Harroui illude poi la rimonta azzurra
I ciociari in vantaggio col rigore al 7' dell'olandese poi pari di Politano e doppio Osimhen
La paura di morire non ti fa non morire. Così recita un antico adagio turco. E allora eccolo lì l’urlo di un intero territorio, stretto attorno a una città di provincia che s’affaccia per la terza volta in serie A al cospetto del Napoli scudettato. Paura di nessuno. Così recitava la fanzine del club canarino. Deve aver battuto forte il cuore anche a Eusebio Dio Francesco che ha ritrovato la serie A dopo due anni di silenzio. E così è stato, per buona parte della gara. Vince la maggiore qualità (e costanza) del Napoli ma il primo tempo del Frosinone è il vero punto di partenza di questa nuova stagione in A.
LE FORMAZIONI - DiFra parte dai suoi assunti. Manda in campo la formazione che si immaginava, con i ballottaggi vinti da Gelli nella terra di mezzo e da Cuni come punto terminale. Così ecco Turati tra i pali, Oyono a destra e Marchizza sull’out mancino, i centrali sono Monterisi e Romagnoli, play Mazzitelli, sostenuto appunto da Gelli e Harroui, Baez sull’ala destra e Caso sul versante opposto, Cuni ariete. Il Napoli ha il 4-3-3 di partenza speculare all’avversario. Garcia si affida alla vecchia guardia, non cambia nulla del Napoli vincente ereditato da Spalletti, eccezion fatta per lo scassinatore delle difese Cajuste: così Meret va in porta, Di Lorenzo a destra e Olivera a sinistra, centrali difensivi Rrahmani e Juan Jesus, nella terra di mezzo fosforo e piedi passano per Lobotka, a sinistra Zielinski e a destra il ‘nuovo’ Cajuste preferito ad Anguissa, in avanti a destra Politano e a sinistra Raspadori al posto di Elmas, centravanti il ‘mostro’ di Osimhen, capace sia di attaccare la profondità che fare da ariete, con la credenziale di 26 reti in 32 match. Sulla carta pare uno scontro impari, con la panca del Napoli che fa rabbrividire scorrendola: Mario Rui, Elmas, Lozano, Simeone, Anguissa. Ma la palla è rotonda, nonb bada ai nomi.
PRIMO TEMPO - Stadio pieno all’inverosimile, come il calore della provincia sa regalare. Se lanci in aria uno spillo difficile che cada sugli spalti dello Stirpe. Garcia va in panchina vestito come un teen-ager, altro che le T-shirt non vanno bene dopo gli anta. Ma il ritorno è da incubo per il tecnico francese. Gelli se ne va sulla destra per due volte, altro che damigella di compagnia di Mazzitelli. Due corner, nel bosco di gambe il rude Cajuste azzoppa Baez. Rigore sacrosanto che Harroui trasforma con la freddezza del veterano. È il 7’ e il Frosinone è in vantaggio. Non credi quasi ai tuoi occhi. Lo Stirpe è una bolgia giallazzurra. Monterisi (appena qualche presenza in B lo scorso anno...) fa a sportellate con Osimhen. Senza paura. Ma la mediana del Napoli macina gioco e le gambe mulinano, Zielinski vede corridoi dove gli altri vedono muri, Di Lorenzo si veste da assist-man, rifinisce e scuote il Napoli, Marchizza da quelle parti sbanda, anche per via del raddoppio di Politano, tant’è che Caso arretra come mai era successo in vita sua. Ma è proprio Caso capace di strappi autentici, con la complicità dell’assatanato Harroui, a far rifiatare di tanto in tanto i ciociari. Mazzitelli è più alto, Gelli corre e copre, stavolta imposta, con Cuni che ci mette coraggio, prende botte, poche ne dà, Juan Jesus lo morde e lui finisce spesso isolato. Ma bravo DiFra a costruire una ragnatela di gambe e presenze attorno alla fonte di gioco primaria Lobotka. Ma la qualità dei campioni è tanta, è palpabile, ha spessore, così al 23’ esplode anche lo stadio biancazzurro. Rrahmani chiude Mazzitelli, verticalizza per Raspadori, batti e ribatti in area poi Politano giustizia Turati: 1-1. Il match è vibrante. Altro che calcio d’Arabia. Che bellezza. Senza paura. Il Frosinone si difende in trincea, DiFra piazza basso Harroui che parte come smistatore per Gelli e Mazzitelli. E i canarini vanno anche vicini al vantaggio (32’): Oyono lancia Marchizza, che ricorda come si crossa, il traversone accoglie il destro secco di Baez (fin lì assente non giustificato) stile Copacabana Beach: fuori di un nulla. Eh, senza paura. Ma nel momento migliore dei ciociari, la premiata ditta Lobotka-Zielinski (ri)prende le misure, così Politano la scodella tagliata sul secondo palo, ancora un flipper risolto centralmente in fotocopia da Raspadori. Ma il Var si tinge di giallazzurro: fuorigioco di Cajuste. Ma la rete del vantaggio è solo rimandata. 41’: Di Lorenzo conquista palla, poi sgomma via a Mazzitelli e serve per la saetta divina di Osimhen. Stavolta il vantaggio partenopeo c’è. Il Frosinone ha il merito di non disunirsi, con i giochi di prestigio di Harroui e Caso, che strappano applausi ma al riposo si va col vantaggio dei campioni d’Italia.
SECONDO TEMPO - Garcia rinuncia all’incerto Cajuste e spedisce in campo il dinamismo di Anguissa. Vero perno della terra di mezzo, il camerunense dà equilibrio ai suoi, assiste il play Lobotka e smista anche in avanti, chiamando spesso a salire Olivera, fin lì relegato nella sua metà campo. Così Mazzitelli è costretto ad arretrare e ne risente il gioco ciociaro, con la luce accesa solo dalle accelerate di Caso. Da una sua fuga nasce la punizione che porta Baez a un passo dalla gloria: il palo, ci giureremo, sta ancora tremando (57’). Il Napoli rischia di dilagare con Osimhen (59’) e una staffilata dalla distanza di Lobotka (64’), ma il Frosinone si tiene in vita, DiFra prova a rigenerare i suoi con Kvernadze (per Caso) e Borrelli (per Cuni). Siamo al 67’. C’è ancora una vita davanti da giocare. Ma è il Napoli ad andare vicino al terzo sigillo: Turati miracolizza su una botta ravvicinata di Raspadori (71'). A un quarto d'ora dalla fine DiFra prova a dare più cartucce alla mediana, dentro Brescianini e Canotto per Baez e Mazzitelli, Garcia non si fa sorprendere e cambia anche lui: Mario Rui ed Elmas al posto di Olivera e Politano. DiFra disegna Gelli più arretrato, Harroui a sinistra, Brescianini centrale e Canotto a destra con centroboa Borrelli. Ma non c'è nemmeno il tempo di provarci, troppo fragili i sostituti: Di Lorenzo verticalizza all'improvviso per Osimhen, che brucia Monterisi e Romagnoli e fredda Turati: 1-3 al 79'. Match in ghiacciaia. Doppietta per il nigeriano che lancia la sua personale sfida ai cannonieri del campionato, certificando che il re vuole essere ancora lui. Al pari del Napoli, che non vuole scucirsi lo scudetto dal petto. E il Frosinone? Si accorge subito che la serie A è un circo, pieno di funamboli che fanno i numeri (Di Lorenzo, Raspadori, Zielinski), poi c’è una pantera come Osimhen. Però i canarini non sono teneri, hanno le loro chance per restare nella massima serie, con il sorriso e i tatticismi ritrovati di DiFra. A patto che arrivi (almeno) un centravanti.
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