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Un buon Frosinone cede a Hujsen e alla Roma

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I ciociari giocano un buon primo tempo poi subiscono la rete dal giocatore più fischiato. Chiudono Azmoun e Paredes

Peccato. Un gran primo tempo dei ciociari e poi l'assolo del giocatore più fischiato allo Stirpe che stappa il match e lo piega a favore della Roma: Hujsen segna sul finire del primo tempo e poi nella ripresa la Roma dilaga vincendo 3-0.

Era rimasto umile DiFra. Si era accontentato alla viglia di avere a disposizione quattro difensori di ruolo. Così davanti a Turati la linea a quattro è formata da Okoli e Monterisi, sulle fasce Valeri e Lirola, nella terra di mezzo il fosforo di Mazzitelli, assistito dal sacrificio di Brescianini, finalmente rincasato nel suo ruolo, poi poco più su l’estro di Gelli e Reinier, in avanti centroboa Kaio Jorge e sull’ala destra Soulé, libero di svariare e accendere la luce in avanti. Il Frosinone gioca conoscendo i risultati degli avversari, suoi e della Roma. E questo è un grande vantaggio, perchè sì deve finalmente strappare punti a una grande se vuole continuare a navigare in acque serene dopo i passetti in avanti di Verona, Empoli, Cagliari e Udinese, ma soprattutto i ciociari sperano che giallorossi si convincano che l’Atalanta (e il Bologna) corrono come un Frecciarossa senza soste per agguantare la Champions. La Roma di DDR sulla carta si presenta speculare alla squadra ciociara: 4-2-3-1. Svilar in porta, sull’out destro Kristensen e sul fronte opposto Angelino, centrali Mancini e il ‘gran rifiuto’ Hujsen, Cristante e Paredes a cerniera e faro, El Sharawy, Baldanzi e Azmoun a sostenere la voglia di stupire di Lukaku, con Dybala, Pellegrini e Bove in panca.

PRIMO TEMPO - Più che spavaldo è fiero il Frosinone. E sì, i suoi tifosi incitano la squadra andando a scavare nell’archeologia della storia lo scontro tra i Volsci che saccheggiarono il villaggio di Corbione, alle porte di Roma, nel 446 aC. Campeggia così un doppio striscione ricordando ribellione e voglia di guerreggiare contro la grande città. Ed è un Frosinone attento e concreto quello che a tratti assedia i giallorossi, frastornati dal tifo infernale della provincia, con Hujsen bersaglio dei fischi per aver scelto Mourinho e non la Ciociaria al mercato di riparazione dopo aver detto sì ad Angelozzi. Altro che caput mundi, i discendenti dei Volsci sono assatanati. Il primo squillo è di Lukaku (12’), stretto al 416 bis da un concentratissimo Okoli, ma poi lo spartito è ciociaro. Mazzitelli è ispiratissimo (che giocata al volo al 17’!), Brescianini corre per due, l’allegra brigata ciociara è stata catechizzata in settimana da DiFra, si distende ma la mediana arretra chiudendo gli spazi con intelligenza alla (in verità) poca voglia della Roma di impensierire Turati. Hujsen, centrato dai fischi di uno stadio intero, compie due leggerezze mica da poco, facendo ballare la difesa retta dalla consueta energia di Mancini. Al 23’ ecco il primo squillo di Soulè che dopo un paio di serpentine fa correre prima i brividi a Svilar e nell’azione successiva lo chiama all’angolo; poi, è un traversone di Brescianini a invitare alla rete Reinier che invece di inzuccarla la spizza (25’). La difesa giallorossa è in costante apprensione, fino alla doppia occasione di Kaio Jorge, che prima la spedisce sul busto di Svilar poi la calcia a lato mancando una clamorosa occasione (31’). Poi, l’episodio mandato sul campo dal dio del calcio che decide la prima frazione: discesa di Hujsen che fa un po’ quello che fecero i Romani alla battaglia di Corbione, prima accusa e rintuzza poi nell’unica incursione spedisce con un preciso fendente la palla all’angolo (38’). Roma in vantaggio, ma senza meriti se non la straordinaria personalità del 18enne che esulta silenziando il pubblico ciociaro. Ma la pressione dello Stirpe sul giovane olandese non concede sconti, tant’è che, fischiatissimo, incespica sul pallone su pressione di Kaio Jorge ma la palombella da 40 metri di Renier sorprende un avanzato Svilar ma non centra la porta (42’).

SECONDO TEMPO - Via il giovane Hujsen (ammonito per aver zittito il pubblico ciociaro dopo la rete) per Llorente e uno spento Lukaku per Pellegrini. E la Roma in mediana è più presente, Paredes non si sente più orfano e tocca qualche pallone, alza il campo la squadra giallorossa anche perchè il Frosinone si allunga e si scopre, ma in avanti c’è la volontà (?) di Azmoun e la solitaria verve di El Sharawy, che va vicino al gol con una botta al 62'. Ma per il resto è il Frosinone che prova a recuperare, anche se sul taccuino si conta solo la botta al volo da distanza siderale di Mazzitelli che si spegne di poco sopra la traversa (53’). Così al 67' DiFra opta tre cambi: Harroui, Cheddira e il redivivo Caso. Ma la voglia di riscatto dei ciociari resta teorica, la Roma fraseggia con qualche bella intuizione liberando Cristante per il siluro, Turati ci mette la pezza ma Azmoun brucia tutti e raddoppia (71'). E si fa notte, anche perché all'80' Paredes trasforma il rigore del 3-0 (mano di Okoli su tiro di Baldanzi). Al Frosinone resta un ottimo primo tempo (ma anche la peggiore difesa del campionato) e la classifica sopra la linea della sopravvivenza, considerato che non era la Roma l'avversario per fare punti, con Verona e Sassuolo (una partita da recuperare) che restano sotto di 3, il Cagliari a 4 e la Salernitana a 10.

18 Febbraio
Autore
Gian Luca Campagna

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