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Il Frosinone ribalta il Cagliari e vince 3-1

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I sardi vanno in vantaggio poi capitan Mazzitelli e Soulè firmano la rimonta completata da Kaio Jorge

Frosinone e Cagliari non dànno mai vita a partite banali, non ne sono capaci. Stavolta però sono i ciociari a esultare dopo la grande paura. Passata in svantaggio, la squadra giallazzurra riparte da se stessa, fa gruppo (come dimostra il cerchio magico a fine match) e ribalta i sardi per 3-1. Osanna finale della curva a squadra e al suo profeta, che così aprono un nuovo solco tra loro e la linea rossa.

Per tutta la settimana il Frosinone aveva chiamato Frosinone, per superare tutti insieme il momento nero dell’allegra brigata ciociara, per non lasciarsi sfuggire il sogno della permanenza in serie A. Atmosfere da provincia, vere e genuine, profumi, sapori e sentimenti di una volta verrebbe da sottolineare, altro che la Supercoppa di Rjad, con pubblico da cartapesta ma petrodollari veri. E il meteo concede la chance del sole a brillare su Frosinone: il dubbio semmai è, dato l’orario, ‘Mezzogiorno di fuoco’ o ‘Mezzogiorno e mezzo di fuoco’. Andrà in scena la pellicola di Fred Zinnemann con tanto di duelli rusticani o di Mel Brooks, l’ennesimo psicodramma in casa giallazzurra? Questo era il quesito all’alba del match.

Tra i pali confermato Turati, la difesa disegnata parte da Okoli e Romagnoli, dentro il nuovo Zortea con Bonifazi in panca dopo l’esordio choc a Bergamo; la terra di mezzo ha i suoi punti fermi in Mazzitelli e Barrenechea oltre che alla grinta e alla corsa di Brescianini e Gelli, sulle ali Reinier e Soulé con punta terminale Cheddira, ennesima scommessa in avanti di DiFra a discapito di Cuni e Kaio Jorge.

Sir Ranieri consegna le chiavi della difesa a Dossena, punta è Petagna con Viola a sostegno, Azzi a sinistra e Naìndez a destra, partendo bassi per allungarsi, Prati a collegare difesa, mediana e attacco.

PRIMO TEMPO - DiFra ha portato la squadra probabilmente in gita all’abbazia di Casamari per una benedizione scacciacrisi, tanto appare trasformata. Gelli superstar a sinistra con tocchi di alta scuola (e fino all’anno scorso vivacchiava in C...), Barrenechea e Mazzitelli duettano come gemelli siamesi distribuendo palloni e ritmo, Bresciani corre e stantuffa. Insomma, è un Frosinone che disegna geometrie in modo accelerato. La prima emozione cade al 6’ con una capocciata di Okoli che si spegne sul fondo carambolando lungo la linea. Al 7’ l’arbitro Dionisi de L’Aquila capisce che non è la sua giornata (sufficientemente scollegato con i guardalinee per tutta la partita), prima non si capacita delle scintille tra Dossena e Cheddira (forse non ha visto la classifica), poi non lascia il contrasto vinto da Brescianini su Sulemana e concede una punizione a favore dei sardi, scatenando le proteste dei giocatori, dello stadio e dell’intera provincia. Insomma, l’atmosfera allo Stipe è calda. Fa la partita la squadra di casa, col Cagliari rintanato in attesa con il 5-4-1, i ciociari sono lenti nella manovra ma i sardi lucchettano ogni varco, Reinier sembra un turista in Ciociaria, per quanto è spaesato negli schemi e coi compagni, ci si affida alle intuizioni di Mazzitelli e Soulé. Al 17’ Mazzitelli recupera la palla per Soulé, che imbecca il corridoio per la botta a incrociare di Cheddira ma Scuffet vola in corner (17’), azione che si ripete con gli stessi protagonisti al 24’.

Poi, la sorpresa al 27’ col vantaggio rossoblù. Prima Nandez, in solitaria, semina panico e terrore nella difesa ciociara (25’), dopo arriva il rigore in movimento di Sulemana: che piazza all’angolo dopo una sponda sporca di Petagna (27’). Cagliari in vantaggio col minimo sforzo.

DiFra scuote Brescianini mettendolo a sinistra e Gelli sull’out destro avanzando anche il baricentro di Barrenechea, ma il Frosinone si ostina con lanci lunghi per cercare Cheddira a superare una autentica Maginot sarda, con Prati che si piazza a cerniera. Lo svantaggio sembra aver demoralizzato i ciociari, li ha spenti. Ci vorrebbe una magia. E Mazzitelli la gemma preziosa la cava dal suo repertorio, lancio da manuale del calcio su Cheddira che ha il tempo di sedersi, sorseggiare il caffé e mordere il cornetto, ma invece di scavalcare Scuffet con un morbido (e facile) pallonetto preferisce il rasoterra, che sbatte intercettato dal portiere (42’). Ci prova anche Soulé da lontano, poi fa esplodere lo Stirpe la garra di Barrenechea: l’uruguagio risolve un autentico flipper in area, con Scuffet che dice no prima a Gelli e poi a Zortea, ma al Var l’arbitro nel bosco dell’area vede il fallo di Brescianini su Dossena (45’). E si resta sullo 0-1.

SECONDO TEMPO - DiFra concede fiducia e chance ai suoi. Al 50’ una punizione di Barrenechea va a baciare la testa di Romagnoli che si spegne di un fiato sul fondo e con Cheddira che non riesce a fare tap in, dimostrando che lui e il gol non vanno d’accordo. Il pari sembra fatto quando un dribbling insistito (e stavolta riuscito) di Soulé offre il la a Gelli che però si fa ipnotizzare da Scuffet (52’). Si assiste a un arrembaggio. Al 60’ DiFra dice basta, dentro Kaio Jorge per un fischiatissimo Cheddira e Harroui per un evanescente Reinier. Si abbassa il Cagliari, con Makoumbou, Sulemana e Prati che smettono di correre e allungarsi, e infatti il ruggito del leone avviene per un giro di compasso del neoentrato Harruoi sulla capoccia di Mazzitelli (64’). Parità ristabilita: 1-1. Ranieri capisce che deve dare ossigeno ai suoi: dentro Goldaniga, Pavoletti e Di Pardo, uno per ogni reparto. Ma i ciociari non demordono per il sorpasso, così l’altra magia avviene con una splendida pennellata alla Leonardo da Vinci di Soulé (75’) che lascia di stucco Scuffet, un piazzato guadagnato con scaltrezza da Kaio Jorge che era sguisciato via all’incerto Dossena. E Ranieri cambia subito, dentro Lapadula per un 4-4-2, ma al Cagliari mancano idee. Tanto che è Harroui con una violenta staffilata a sfiorare la terza rete (83’), poi è assalto all’arma bianca dei sardi, con Turati che dice no in tuffo a una svettata di Dossena (89’) e poi si veste da Superman su una testata ancora del centrale strozzando la rete del pari. E quando c’è l’assedio a Fort Apache va in scena il contropiede perfetto, con Ghedjemis che sfugge via, suggerisce per Zortea che assiste al tocco finale di Kaio Jorge per il 3-1 finale.

21 Gennaio
Autore
Gian Luca Campagna

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